100 ANNI. "Game Open", che la festa abbia inizio.

Per Lorenzo ieri è stato un giorno speciale. Dieci anni sono un traguardo importante, segnano un po' il passaggio tra l'infanzia e il gradino successivo, quello con la doppia cifra, insomma, finisci per ricordartelo a lungo. Soprattutto se il tuo compleanno cade in un giorno particolare e la passione che ti anima si chiama rugby. Lorenzo gioca nell’under 10 di una famosa società sportiva della Capitale e ieri era sul tappeto verde dell’Olimpico insieme a tantissimi altri come lui. Centinaia, migliaia di Roberto, Fabio, Massimo, Sara, Marianna, Enrico, Andrea, Maurizio, Stefania, hanno sfidato i 35° e il sole cocente per dedicarsi al proprio sport preferito, o magari ne hanno provato uno nuovo, mai visto prima. Grazie al Game Open ieri al Foro Italico c’era solo l’imbarazzo della scelta. Chi scalava una parete, chi incrociava i guantoni con maestri di pugilato o muay thai, chi non sapeva resistere alla tentazione di infilarsi nel simulatore della cabina di un Aermacchi MB 339 PAN, l’aereo acrobatico delle Frecce Tricolori. Dall’inizio di viale delle Olimpiadi, in prossimità della Casa delle Armi, una lunga teoria ininterrotta di sport da vedere e praticare, ha trasformato per un giorno intero il complesso monumentale ideato dall’architetto carrarese Enrico Del Debbio in un immenso “parco giochi” con 90 tra Federazioni, Enti di Promozione, Discipline Sportive Associate e Associazioni Benemerite a fare da corollario all’evento. L’Olimpico, poi, offriva ai visitatori un colpo d’occhio eccezionale. L’ingresso libero assicurava il flusso delle persone al campo da gioco attraverso la tribuna d’Onore, mentre tutto intorno all’impianto si concentravano altre discipline, di ogni genere: dalla danza sportiva ai giochi tradizionali, dal ciclismo alla lotta, con l’esibizione di campioni nazionali. La motonautica, in assenza del suo elemento naturale, ha esposto uno dei suoi bolidi del mare, e cosi hanno fatto vela, canoa e canottaggio mettendo a disposizione i lori simulatori a secco. La ginnastica si è esibita con gli amatori della Gymnaestrada. I graziosi pony della FISE e i cani della FIDASC impegnati nel percorso di agility si sono spartiti le carezze dei più piccoli, mentre quelli più grandicelli osservavano rapiti le auto competizione esposte nel settore della CSAI. Curiosità intorno allo stand del Soft Air, dove gli appassionati della “guerra simulata” spiegavano l’aspetto sportivo e ambientale di una disciplina da praticare all’aperto tra i boschi e la natura. Alcune esposizioni ricordavano le tappe più importanti dello sport italiano e di questi primo 100 anni del Coni, come la testimonianza fotografica dei giornalisti dell’USSI o le maglie azzurre dei grandi campioni messe in mostra dall’ANOAI all’interno dello stadio, nello spazio di solito riservato alle Autorità. Zona divisa con i cosiddetti “giochi della mente”: scacchi, bridge e dama, ma anche il biliardo. A partire dal pomeriggio, anche il catino dei Marmi si è andato animando con la presenza di alcune Onlus a carattere sportivo e sociale, formando così un unicum di oltre un chilometro, lungo il quale era davvero impossibile non essere tentati, magari soltanto per prenotare un’uscita sugli sci (nautici), in elicottero o in parapendio. Il Presidente Viola, che ha raccolto con entusiasmo l'invito dal Presidente del Coni Malagò ad occuparsi del coordinamento della giornata seguendone ogni fase, ha compiuto l'intero percorso più volte condividendo vari momenti con il pubblico presente e con gli operatori in campo. In chiusura, poi, ci hanno pensato i paracadutisti acrobatici dell’Aero Club d’Italia a tenere tutti con il naso all’insù. Prima con la prova di precisione, e quindi con la velocità (scendendo con tute alari e fumogeni tricolore), hanno emozionato il pubblico e colorato il cielo di Roma per una chiusura davvero degna di questo Game Open. (foto: Giovanni Malagò e Riccardo Viola tra i paracadutisti dell'ACdI che hanno portato in dono la bandiera del Coni)