Atletica. “Roma Derby Run”: quando correre fa bene al cuore (e al tifo)
Una corsa a passo libero aperta a tutti sulle distanze di 1 e 5 chilometri all’interno del Parco del Foro Italico, programmata per domenica 29 marzo e pensata per avvicinare alla pratica sportiva chi lo sport lo vive in genere da spettatore. La proposta arriva dall’ACSI (Associazione Cultura Sport e Tempo Libero) attraverso il suo presidente Antonino Viti e si rivolge alle tifoserie di Roma e Lazio attraverso una gara improntata alla solidarietà, che vedrà i proventi delle iscrizioni trasformarsi in defibrillatori da donare alle società sportive del territorio. Ma l’obiettivo degli organizzatori, ancor più ambizioso, vuol essere quello di risvegliare un movimento culturale che trasformi la parte migliore del “gioco più bello del mondo” in esempio positivo e modello comportamentale soprattutto per le giovani generazioni. Il risultato di quella che si pone come una giornata di festa per chi ama il calcio, ma anche per moltissime famiglie, attese fin dal giorno prima nel Villaggio allestito all’interno dello stadio dei Marmi, dovrebbe tradursi in una visione dello sport diverso da come troppo spesso ci viene raccontato dalla cronaca. Allegria e divertimento e, perché no, accettazione pacifica della sconfitta come parte del gioco. La manifestazione è organizzata dalla società campione d’Italia di atletica leggera femminile, che ha alle spalle una lunga esperienza con l’Appia Run, giunta alla 17^ edizione. Auspicando una larga partecipazione di giovanissimi, particolare attenzione sarà data al rapporto con le scuole attraverso il MIUR e il suo ufficio per l’educazione fisica. Della manifestazione saranno beneficiarie tre onlus molto note sul piano dell’impegno sociale e tutti i soggetti istituzionali preposti allo sviluppo e alla promozione dell’attività fisica. Tra le attività collaterali, la mostra fotografica “Come eravamo”, realizzata con l’apporto degli stessi partecipanti, ci ricorderà attraverso testimonianze dal vivo di quando una partita di calcio era soprattutto emozione e allo stadio si andava con tutta la famiglia.