Coni Lazio. Ai “Valori” con Alessio Sartori

“Una bellissima esperienza. Spero di farne altre cosi”. Ha appena terminato la sua prima “lezione” Alessio Sartori, e ora è circondato dagli studenti dell’Istituto Comprensivo “Giuliano” di Latina a caccia dell’autografo. Il capoluogo pontino è entrato da quest’anno nel circuito de “I Valori nello Sport” insieme alle altre province del Lazio, esordendo alla grande con la medaglia olimpica di Londra 2012. All’incontro odierno erano presenti il delegato Coni di Latina Fabrizio Malgari, il presidente regionale della Federcanottaggio Michelangelo Crispi, il responsabile del Gruppo Canottaggio delle Fiamme Gialle di Sabaudia Danilo Cassoni, il dirigente scolastico Cherubina Ramacci e la professoressa Maria Pia Sbandi. “Non mi aspettavo una simile partecipazione – spiega Alessio – ma soprattutto sono stato colpito dalla preparazione di questi ragazzi, con le loro domande precise e non banali, del tipo: cosa mangi prima di una gara o che genere di preparazione serve nel canottaggio?” Il canottiere delle Fiamme Gialle che si allena a Sabaudia è un gigante di due metri e svetta tra tanti adolescenti. “Questo sport l’ho iniziato che avevo la loro età, sulla scia di mio fratello più grande.” Da quel giorno sono passati 25 anni, tre olimpiadi con altrettante medaglie (oro, argento e bronzo) e vari titoli mondiali.

Ma si diverte ancora, Alessio, a vogare?

“Altrimenti non sarei qui. Come potrei trasmettere la passione, se non fossi più innamorato del mio sport?”.

Cosa spera portino a casa, questi giovani, dall’incontro di oggi?

“La curiosità di provare qualcosa di nuovo. Spero di aver contribuito ad aprire una strada, magari solo un sentiero, verso una disciplina che non riceve pubblicità se non in occasione dei giochi Olimpici”.

Lo sport e la vita vanno di pari passo?

“Lo sport e lo studio devono procedere in parallelo, a questa età e anche dopo. La complementarità con la vita, le sconfitte e i successi, è una conseguenza logica.”

Come si supera una sconfitta sportiva?

“Prendendola come punto di partenza per migliorarsi, senza cercare per forza le attenuanti generiche. Siamo tutti uomini con i nostri limiti; possiamo perdere, ma l’importante è che si sia dato il meglio di noi nel tentativo.”

Cos’è per lei l’ottimismo?

“Veder il buono anche nei momenti peggiori. Tenere accesa quella lucetta che ci permette di non entrare in depressione e continuare a pensare positivo. Ma soprattutto, nello sport come a scuola, contare sempre sulle proprie risorse; senza scorciatoie c’è sempre da guadagnarci”.