CONI Lazio. Con Roma 2024 e le Federazioni olimpiche per un’idea di sport e utilità sociale

Il principio è quello della squadra, che decide e si muove dopo aver ascoltato le esigenze del territorio. Gli obiettivi sono quelli comuni, di lavorare per portare a Roma i Giochi del 2024 e lasciare qualcosa di concreto, in termini di impiantistica sportiva, alla città. Sono queste le linee guida che hanno caratterizzato l’incontro di ieri presso la sede del CONI Lazio, ispirato dalle Federazioni sportive olimpiche e organizzato dal Comitato Regionale con la partecipazione dell’ing. Francesco Romussi, dg di CONI Servizi e responsabile dell’impiantistica per Roma 2024. Ventiquattro su 28 i rappresentanti regionali delle federazioni presenti, con l’aggiunta del baseball, per cercare di fare il punto su ciò che la capitale già può offrire, ma soprattutto su ciò che servirà, principalmente a livello di strutture adibite agli allenamenti, in chiave olimpica.

Il presidente Viola, accompagnato dai vice Pulici e Soldatelli e dal delegato di Roma Cristina Chiuso, ha scelto questa occasione per consegnare ai presenti una copia-lavoro della recentissima ricerca sull’impiantistica di Roma e provincia, che al momento della pubblicazione conterrà per la prima volta l’elenco delle società sportive iscritte al Registro Coni che fanno capo alle varie strutture.

“Siamo sicuri che la nostra fatica potrà agevolare il compito del Comitato promotore – ha spiegato il presidente del Comitato Lazio – il quale troverà in questo elenco ogni tipo di impianto, pubblico, privato, religioso o militare.” “Una base di partenza preziosa” l’ha definita Romussi, “per individuare ciò che necessita all’organizzazione di un evento di questa portata”.

Secondo le indicazioni del CIO, gli impianti per l’allenamento, in generale, non possono distare più di 30 minuti dai luoghi di svolgimento delle competizioni, e in alcuni casi particolari devono essere ubicate nella stessa sede. Diverso il discorso per il periodo di acclimatazione, che gli atleti posso decidere di svolgere anche lontano dalle venue olimpiche.

“Dopo aver parlato con le Federazioni internazionali, vogliamo ascoltare i vostri suggerimenti e quelli delle Federazioni nazionali” ha chiarito Romussi, “per avere un quadro d’insieme delle esigenze”. “In genere le richieste sono di 4/5 impianti di allenamento da individuare nei pressi della sede di gara. Nel caso non dovessero essere presenti, o essere solo in parte disponibili, l’intento è di costruirle e/o ristrutturarle per poi lasciarle allo sport di base.

Il Comitato Olimpico Internazionale, che stanzia contributi sostanziosi alla città ospitante, ha voce in capitolo anche sulla scelta degli impianti di gara e, naturalmente, sullo svolgimento delle stesse. E’ il caso del pentathlon, per il quale sembra sia stato scelto il Flaminio come teatro dell’intera manifestazione. Qui infatti dovrebbero svolgersi tutte e cinque le discipline sotto il nome di “Competizione Stadio”. Ancora il Flaminio, una volta riportato all’antico splendore, dovrebbe ospitare il rugby a sette, mentre ci sono dubbi sull'utilizzo di piazza di Siena per l'equitazione. Molti gli interventi dei presidenti regionali, ciascuno dei quali con una proposta. Potrebbero a questo punto trovare una soluzione le ormai storiche deficienze impiantistiche di ciclismo e ginnastica, mentre sembrano passarsela meglio tiro con l’arco e scherma (che può contare sulla vicinanza dell’accademia della Scherma Frascati rispetto a Tor Vergata, sede prevista del villaggio olimpico). All’avanguardia la scelta sperimentata dal badminton a Milano, dove hanno segnato le righe del campo da gioco con i led. Una soluzione questa che permetterebbe di trasformare uno spazio di allenamento in pochi minuti, soddisfacendo le esigenze di varie discipline come basket, pallavolo, pallamano o tennis. Tutti sport che potrebbero ritrovarsi alla Fiera di Roma, dove almeno uno dei due padiglioni ipotizzati per gli allenamenti resterebbe come legacy ai romani, diventando un impianto coperto da 5/6mila posti. (nella foto, la Vela di Calatrava a Tor Vergata)