Coni Lazio. Fabrizio Donato ai "Valori": Perseguite i vostri obiettivi.
C’è una legge nello sport che può essere trasferita in toto nella vita di ciascuno di noi, e il succo è che le sconfitte sono molto più numerose e frequenti dei successi, mentre ciò che veramente conta, alla fine, è la capacità di rialzarsi. Fabrizio Donato nel corso di una carriera lunga due decenni è caduto e si è rialzato un’infinità di volte, scrivendo il suo nome nella storia del salto triplo alla quarta partecipazione olimpica, quando non ci credeva più nessuno e ricavando da quell’episodio nuove energie per rimettersi in gioco. Dopo essere assurto al ruolo di salvatore dell’atletica azzurra all’indomani di Londra 2012, a 37 anni e dall’alto della sua esperienza di uomo e padre di famiglia, oggi vive questa condizione con la giusta consapevolezza e un pizzico di sano distacco.
Un distacco che deve aver vacillato almeno per un momento, quando ieri mattina ha varcato il portone della Scuola Media “Aldo Moro” di Frosinone. Un po’ perché si trattava della “sua” scuola, dove da adolescente cominciò ad appassionarsi all’atletica, ma soprattutto per l’accoglienza che gli avevano preparato studenti e insegnati. “Dopo Londra ho partecipato a molti eventi, ma questo per me ha un significato particolare – ha confessato rivolto ai quasi cinquecento ragazzi riuniti per ascoltarlo – perché in questo contesto ho l’opportunità di trasmettere ad altri insegnamenti che sono stati preziosi per me, per la mia crescita personale.” Parte il video delle Olimpiadi. Si vede Fabrizio esultare dopo la conquista del bronzo, e giù applausi. Cosa hai provato in quel momento? “E’ stato come se i sacrifici di una vita avessero improvvisamente un senso”. E come ci sei riuscito alla tua età? “Mi sono mantenuto integro, e qui il merito va anche ai miei allenatori”. Si ricorda Tonino Ceccarelli, prima guida nell’Atletica Frosinone, e naturalmente Roberto Pericoli, attuale trainer delle Fiamme Gialle. “L’atletica non è uno sport di dopati - ci tiene a precisare – e con altri colleghi del mio gruppo sportivo abbiamo voluto metterci la faccia realizzando un video che abbiamo postato su You Tube”. Affrontare gli ostacoli senza cercare pericolose e spesso inutili scorciatoie, questo il messaggio che Fabrizio affida agli studenti, che lo ascoltano insieme al Delegato Coni di Frosinone Massimo Mignardi, al Consigliere comunale Sergio Crescenzi e alla presenza del Dirigente scolastico prof. Fanfarillo. Piuttosto sono altri i pilastri che ci assicurano stabilità; primo tra tutti la famiglia. “Il pensiero di mia moglie e mia figlia – assicura Fabrizio – è per me essenziale al mantenimento di un corretto equilibrio psicologico, come fondamentale è stato negli anni passati l’esempio dei miei genitori.” La mattina scorre veloce tra mille domande, dove a emergere è sempre l’uomo e l’atleta, mentre la figura del campione resta sulla sfondo. Ma questo è il carattere di Fabrizio Donato, che non vuole credere al razzismo nello sport: “Nel calcio, dove si verificano più di frequente episodi di questa natura, è la stupidità e la mancanza di una cultura adeguata che hanno la meglio, il che è una cosa ben diversa dalla discriminazione razziale”. Infine c’è ancora il tempo per un plauso al progetto dei “Valori nello sport”: “Perché un domani, se allenerò dei giovani come voi, vorrei essere in grado prima di tutto di comprenderli, altrimenti come potrei farmi capire a mia volta ?”. Tutto giusto, caro Fabrizio.