CONI LAZIO. Filippo Simeoni: "Insegnare ai giovani i valori dello sport"
Un arrivo in volata sul traguardo delle 170 scuole. Si chiude domani a Subiaco l’edizione numero otto dei “Valori nello Sport” con l’intervento della fondista del nuoto anagnina Alessandra Romiti ed è già tempo di bilanci. Nuovi campioni si sono aggiunti alla già nutrita lista di chi ha partecipato negli anni scorsi e la possibilità che il messaggio contenuto negli incontri con gli studenti delle scuole medie del Lazio, possa domani superare i confini regionali per raggiungere una platea ancora più vasta. Filippo Simeoni, 43 anni, ex ciclista professionista di Flaminia e Carrera, assurto a protagonista della vicenda Armstrong dopo la denuncia nei confronti del texano e del suo staff, prima scomunicato e poi riabilitato, è tra i nuovi testimonial dal progetto del Coni Lazio: “Vorrei ringraziare il presidente Viola per il suo attestato di stima e la netta presa di posizione nei miei confronti.” Simeoni, che oggi allena due team di giovanissimi (7-13 anni) a Sezze, dove vive e lavora, ieri ha partecipato all’incontro con gli studenti dell’I.C. “Bachelet” di Latina. Nessuno tra i ragazzi della scuola voleva mancare all’appuntamento e non disponendo la scuola di un locale adeguato per accoglierli tutti, il campione ha deciso di concedere una “replica” per chi era rimasto fuori. “E’ una lezione di vita anche per me. La spontaneità che trovo tra questi ragazzi mi permette di affrontare qualsiasi argomento.” Il più gettonato? “Molti mi chiedono della mia esperienza e io non ho remore a raccontare la verità.” Delusione? “Certo, l’ambiente del professionismo mi manca, anche se i miei ragazzini mi regalano molte soddisfazioni. Mi brucia che all’epoca dei fatti avevo ancora qualche anno da spendere nel mondo dell’agonismo. Trovo ancora un’ingiustizia l’esclusione dal Giro d’Italia, che avrei potuto correre con la maglia tricolore”. Già, il Giro che ritorna e continua a regalare sorprese. “La vittoria di Pirazzi ci voleva; lui è un attaccante, prima o poi questo momento doveva arrivare. Il gesto dell’ombrello? Non è bello, ma ci può stare. L’adrenalina è a mille e non sempre riesci a controllarti. Io alla Vuelta mi fermai per baciare la bicicletta e questo mi costò 600 franchi di multa per aver alterato il corretto svolgimento della corsa.” L’importanza della competizione è un concetto che cerco di far passare durante gli incontri con gli studenti. Esercitarla fin da giovani può rivelarsi utile nel corso della vita. L’importante è rimanere sempre nell’alveo della correttezza.”