Coni Lazio. Valori mondiali con il beacher Francesco Giontella

L’IC di via Gentile ha vissuto una mattinata speciale grazie al due volte campione del Mondo di Beach Volley Francesco Giontella che ha raccontato una storia di vita e di sport piuttosto singolare. Romano purosangue, classe ’88, laureato in economia e commercio alla LUISS e già inserito nel mondo del lavoro, Francesco ha sbalordito tutti quando ha dichiarato che anche all’apice della carriera (il secondo mondiale U 21 lo ha vinto a soli diciotto anni!!), non ha mai pensato che lo sport potesse diventare una professione. “Lo sport è stata un’avventura straordinaria, ma quando ho pensato che avrei potuto giocare sino a 35 anni e anche di più, ho visto chiaro che volevo laurearmi, lavorare, farmi una famiglia molto prima di quell’età. E allora, prendendo una decisione difficile ma che ritenevo necessaria, ha smesso. Mi è costato moltissimo, ma nessun rimpianto. E guardate bene, io, come tanti altri atleti che conosco, riuscivo benissimo, magari con sacrificio, a conciliare studio e sport. Cosa che dovere fare anche voi. “Poi le domande. “Come hai cominciato?”, “Giocavo a pallavolo ed ero un eterno panchinaro perché ero scarso, ma d’estate giocavo sulla spiaggia e vedevo grandi miglioramenti, così ho cominciato a prenderla sul serio”. Quando sei arrivato in Nazionale? “Abbastanza presto, ma con difficoltà, ero basso(190 cm!!) e il tecnico non mi vedeva, poi ha vinto la determinazione e l’affiatamento con i miei compagni, prima De Paola e poi Nicolai. Questi oggi è una dei più forti del mondo e ne sono felice”. Cosa hai provato nel vincere così giovane? “E’ stato fantastico, guardate le immagini che vi sto facendo vedere, potrete verificare che ero quasi impazzito, sono balzato in tribuna ad abbracciare tutti”. Cosa ha rappresentato per te il Beach Volley? “Ha costituito l’occasione di fare tante amicizie, giocare all’aria aperta, viaggiare, ma anche imparare a fare sacrifici, rinunciare a qualcosa, riprendere con la voglia di rifarsi dopo una delusione molto cocente come nel primo Mondiale disputato”. Durissimi quando un ragazzo gli ha chiesto del doping. “Condanna senza appello, è una violenza verso se stessi e un modo di barare non degno di un vero atleta”. E il bullismo? “Chi lo pratica dovrebbe provare una tristezza infinita. Non prendetevela mai con chi è più debole di voi. Pensate sempre “se dovesse succedere a me?”. Poi un’esortazione “Ragazzi, siate sempre voi stessi, fate sport e divertitevi, è la cosa più importante. Se non diventerete dei Campioni non fa nulla, esserlo è solo una parentesi di pochi anni, piuttosto trasferite i suoi valori nella vita e vivrete alla grande”. Chiosa finale con un grazie. “Stamattina ho ricevuto tanti grazie, ma sono io che devo ringraziare il CONI per questa opportunità. Ho trovato dei ragazzi eccezionali, appassionati e pungenti con le loro domande. Se rimarrò a lavorare a Roma mi piacerebbe tornare, sono rimasto molto sorpreso di questo clima partecipativo e sono felice di essere stato con voi”. Presente il Delegato CONI di Roma Alessandro Fidotti e il Fiduciario del VII Municipio Nereo Benussi. Numerosissimi i docenti e gli alunni accompagnati dall’insegnante Mancini che ha organizzato l’incontro.