I Giovani incontrano i Campioni: Bruno Rivaroli, emozioni sulle rotelle
"Il pattinaggio artistico difficilmente entrerà a far parte del programma olimpico". Il primo a non contarci troppo è proprio lui, che a questo sport ha dedicato la sua vita di atleta e oggi dirige alcune scuole che nella capitale si occupano di formare nuove promesse delle rotelle azzurre. In molti lo hanno stimolato sull'argomento, questa mattina, nella sala-teatro della storica scuola di via Madonna dell'Orto, nel cuore di Trastevere, guidata dalla dirigente scolastica Pia Nuccitelli; ragazzi svegli e interessati, protagonisti con l'ex campione europeo dell'appuntamento dedicato al progetto del CONI Lazio. "La realtà è che l'Italia è tra le nazioni più forti in questa disciplina; ai mondiali fa incetta di medaglie e le aziende più importanti che producono i mezzi tecnici necessari agli atleti per praticarla, sono tutte qui. Quindi gli altri paesi non ritengono di doverci avvantaggiare spianandoci la strada verso i cinque cerchi". Ma, evidentemente, non sono queste le molle che fanno scattare in un giovane la passione per uno sport piuttosto che un altro. Si parla invece di divertimento, benessere fisico, e soprattutto emozioni. "Amavo moltissimo la parte artistica dei miei esercizi, che cercavo di personalizzare al massimo. Così riuscivo ad esprimermi al meglio, e anche compensare qualche difettuccio tecnico." Un centinaio i ragazzi presenti, coordinati dalla prof.ssa Angela Mancini: "pensi che qui non abbiamo neanche una palestra degna di questo nome e siamo costretti a spostarci negli impianti della Roma Uno in largo Ascianghi." Tra i molti volti attenti, anche quello di una giovanissima pattinatrice sul ghiaccio. "differenze?" "Molte, anche se la parentela tra i due sport resta stretta. Al punto che molti atleti, soprattutto del settore velocità, passano al ghiaccio per avere più chances dal momento che, con la diversa superficie, nel cambio ci guadagnano le prestazioni". Non così per quanto riguarda l'artistico, dove la forza necessaria alle esibizioni con le rotelle sul parquet o sul cemento, non sempre aiuta nella stabilità mettendo ai piedi le lame. Uno sport che non rende ricchi e neppure benestanti. "La sua eredità si misura con l'esperienza, la crescita personale e talvolta può sfociare nell'insegnamento, come nel mio caso, ma serve molta pazienza e una buona dose capacità relazionale". Le domande proseguono a ritmo incessante: come hai iniziato; quali difficoltà hai dovuto superare in una disciplina dove gli uomini sono una minoranza ("il rovescio della medaglia è che passi moltissimo tempo in mezzo a tante belle ragazze"); come si accetta la sconfitta. Alla fine, esaurita ogni curiosità, la promessa di una prova e la foto di rito.