Il Tiro con l'Arco tra storia e leggenda. Una notte al Castello.
Una salutare frescura, frutto del temporale pomeridiano abbattutosi sulla Capitale, ha accompagnato ieri sera il sesto appuntamento con "Storie di sport a Castel Sant'Angelo". Protagonista il Tiro con l'Arco, sport moderno e antichissimo strumento di guerra e di caccia. Talmente antico da essere raffigurato in molte pitture e incisioni rupestri; compagno fedele dei cacciatori del neolitico come l'Uomo del Similaun, la cui mummia è stata ritrovata proprio con un arco accanto. Tra storia e mito, la favola dell'arco si è dipanata, tra proiezioni e narrazioni, anche grazie alle compagnie storiche, che nei caratteristici costumi medievali, curati in ogni dettaglio, hanno fatto rivivere la giostra del Saracino, con il fantoccio del Moro a far da bersaglio.
Giovani promesse dell'arco azzurro, introdotte dalle suggestive immagini del promo di Roma 2024, si sono sfidate sulla inconsueta distanza di 15 metri nel cortile di Alessandro VI, centrando ripetutamente il bersaglio piccolo tra gli applausi del pubblico, che sulla terrazza ha potuto assistere anche alla prova con gli archi storici. Molto soddisfatto il presidente del Comitato Lazio della Fitarco Roberto Toderi: "L'Arco e il Castello sono il binomio perfetto - ha chiosato salutando i presenti - e siamo felici di aver colto l'occasione che ci è stata offerta dal CONI Lazio." "Una vetrina unica ci è stata messa a disposizione e noi di buon grado abbiamo girato l'invito alle federazioni sportive - ha scandito da parte sua il segretario del CONI Lazio Massimo Ferraese - lavoriamo di squadra perchè sport e cultura siano il marchio di fabbrica di Roma 2024." Prossimo appuntamento il 25 agosto con le Arti Marziali.