Intervista esclusiva. Alessia Zecchini: “Ma la vera medaglia è riuscire a far parlare del mio sport”
E' tornata giusto in tempo per assistere alla vittoria della "sua" Roma: "Ma la Magica mi segue ovunque. Il suo logo è stampigliato sulle mie pinne". Comunque l’eco del suo record ( -104 in assetto costante stabilito mercoledì scorso alle Bahamas, ndr) l’ha preceduta e ne hanno già parlato in molti: dalla Gazzetta dello Sport a Sky, dal Corriere dello Sport al Corriere della Sera, e prossimamente è stata invitata a raccontarlo a una popolare trasmissione televisiva.
“Il Vertical Blue è la più importante gara di apnea del mondo e in alcuni paesi viene seguita come un vero evento sportivo. Stabilire un record in questa manifestazione ti proietta nell’olimpo, offrendoti un palcoscenico mediatico che altrimenti non avresti mai – racconta al telefono – Ora che sto misurando questo successo, spero solo possa far innamorare di questo sport sempre più persone anche in Italia.”
In realtà gli ingredienti necessari per costruire un plot avvincente intorno all’impresa della 25 romana Alessia Zecchini, punta di diamante dell’apnea azzurra, ci sono tutti: dai tentativi falliti, al riscatto, al duello con la giapponese Hirose Hanako, che ai meno giovani ha riportato alla memoria la sfida infinita tra il francese Mayol e il nostro Maiorca e, in tempi più recenti, tra Ferreras Pipin e Andrea Pellizzari.
“Non è facile scendere in quel buco nero – ricorda Alessia – all’inizio incute anche un po’ di timore. E’ necessaria una piccola torcia altrimenti non vedresti neanche il cartellino da staccare laggiù in fondo. E poi c’è il problema della narcosi, che lì è più accentuata che in mare aperto. Per questo ho fallito il primo tentativo a -93, e sarebbe stato il nuovo record di free immersion (che prevede la risalita con le sole braccia, ndr). Non avevo calcolato che uno sforzo simile, in un ambiente come quello, poteva facilitare la narcosi, che in effetti mi ha colpito a pochi metri dalla superficie. Ma la sicurezza è stata sempre ineccepibile.”
Un’esperienza che ti fa crescere, come quella degli occhialini che le sono costati il primo tentativo abortito a -102. “Perdere gli occhialini durante la risalita significa al 99% inficiare la prova. Ma anche questo mi è servito. Quelli che ho usato erano nuovi e probabilmente non erano stretti bene. Un errore che non ripeterò più”. Ma a cosa pensi durante quei 3 minuti e mezzo? “ Sei concentrato a non sbagliare niente durante la compensazione, poi a nuotare bene e a non consumare troppo. E infine a non perdere la cima in risalita, come mi è successo la prima volta.”
Quanto durerà questo record? “Chi può dirlo. Quello della russa Molchanova ha resistito 6 anni prima di essere battuto tre volte nel giro di una settimana. Il fatto è che anche in questo sport, come in tutti, si migliorano le tecniche, l’alimentazione. Sono elementi che insieme alla popolarità, alla capacità di attrarre sempre più praticanti, rendono i primati più vulnerabili.” Esiste una quota oltre la quale l’organismo umano non può andare? “E’ un discorso complesso, ma la scienza a questo non ha ancora risposto. Teoricamente è un limite che non esiste.” (foto Daan Verhoeven)
Alessia Zecchini sarà venerdi prossimo 19 maggio alla LUMSA (Libera Università Maria Santissima Assunta) di Roma nell’ambito di un incontro organizzato dalla Scuola Regionale dello Sport del Coni