Coni Lazio. I Magnifici 19 del Premio Coni Lazio 2013
Daniele Nardi
Alla fine il Nanga Parbat ha respinto anche quest’ultimo assalto. Dopo 46 giorni di attesa a 4200 metri e due tentativi di ascesa abortiti per il maltempo, Daniele Nardi ha fatto dietrofront. Almeno per adesso. Non è la prima volta che l’alpinista di Sezze prova a conquistare l’ottomila himalayano; anche se in questa occasione aveva scelto la strada più difficile, la salita dello sperone Mummery, la via più diretta del versante Diamir. L’ultimo tentativo è di un anno fa. Ma stavolta, prima di lui, la montagna aveva respinto anche un altro grande dell’alpinismo, Simone Moro. Nel frattempo noi aspettavamo Daniele a Roma per consegnargli il premio Coni Lazio. Il fratello Claudio, con il quale eravamo in contatto, intanto ci rassicurava sulle sue condizioni. “Se volete chiamarlo ha con sé il satellitare. Sai com’è, le giornate passate ad aspettare sono lunghe..”. Dal 2001 gli appuntamenti dell’agenda di Daniele sono stati: Gasherbrum, Cho Oyu, Everest, Shisha Pangma, Aconcagua, Makalu, Ama Dablam, Peak of Freedom in Patagonia. Impegni che ha alternato al ruolo di ambasciatore dei Diritti Umani e soprattutto all’attività nella sua Mountain Freedom, associazione che attraverso una scuola di formazione, mostre, attività sul territorio, ha contribuito negli ultimi anni a diffondere la cultura e l’amore per la montagna in tanti ragazzi delle sue parti. Un’associazione iscritta alla FASI, che nel 2013 ha raggiunto il numero massimo di iscritti che si scambiano consigli e impressioni, oltre a condividere sul sito le loro imprese recenti in giro per il mondo e che durante l’anno effettua corsi su roccia aperti a tutti. (foto Tedeschi: Daniele Nardi, a sinistra, premiato da Luciano Pistolesi. Al centro Antonella Strano)