Olimpiadi, Rio 2016. Analisi dei risultati: Lazio seconda regione, Roma capolista tra le città.

Spetta a Roma e al Lazio, dopo la Toscana prima per numero di medaglie ma seconda per atleti insigniti, la fetta più grande di successi per quel che riguarda la torta olimpica azzurra di Rio 2016. Alla fine sono stati nove i medagliati (5 argenti e 4 bronzi) della nostra regione.

Gli acuti. Apre la carrellata l’argento della judoka romana Odette Giuffrida, fermata solo dalla fortissima kosovara Kelmendi, che è entrata nella storia dello sport del suo paese per aver vinto il primo oro per il piccolo stato balcanico. Un altro argento pesante è arrivato con Daniele Lupo, che nel beach volley, in tandem con Paolo Nicolai (foto), si è arreso solo al cospetto della coppia più forte del mondo, osannata dal pubblico di casa e composta dai brasiliani Alison-Bruno. Una terza medaglia l’hanno portata in dote le pallanuotiste Federica Radicchi e Tania Di Mario, quest’ultima già oro ad Atene nel 2004, col Setterosa, superato anch’esso solo in finale e anche in questo caso da una squadra praticamente imbattibile, la Serbia. L’ultimo argento di squadra arriva grazie al formiano Salvatore Rossini, che fino all’ultimo ha conteso con i suoi compagni il titolo olimpico nel volley alla favoritissima nazionale verde-oro. 

Ancora bronzi dalla piscina. Quelli di Niccolò Gitto, Nicholas Presciutti e Marco Del Lungo in forza al Settebello di Campagna, già argento a Londra 2012 (dove mancava il forte portiere tarquiniese). Infine il bel bronzo di Matteo Lodo con il 4 senza, armo tra i più tecnici e spettacolari del canottaggio. Risultato che premia il giovane terracinese già campione del mondo nel 2015.

Giù dal podio. Un legno che mette probabilmente fine alla carriera olimpica di un altro canottiere è stato quello di Romano Battisti, che non è riuscito a ripetere lo straordinario risultato (argento), ottenuto a Londra 2012 in coppia con Alessio Sartori. Quarta anche Martina Centofanti con la nazionale della ginnastica ritmica, ma lei è tra quelli che hanno ancora molta strada davanti.

Restano stregati i Giochi per la velista romana Giulia Conti, che a trent’anni ha vinto praticamente tutto (nel 2015 anche mondiali ed europei), ma a Rio non è riuscita a fare meglio di Londra (quinta) e ora è incerta se prolungare la sua carriera fino a Tokio, affrontando così quella che sarebbe la sua quinta olimpiade. Stesso risultato (quinto posto) per Riccardo De Luca, carabiniere romano con una bacheca invidiabile, il più atteso tra gli azzurri nel pentathlon moderno. Sprizza felicità Maria Enrica Spacca, aquilana d’origine e reatina d’adozione, che nell’atletica ha eguagliato con la staffetta 4×400 lo storico piazzamento dell’Italia nell’Olimpiade di 32 anni fa, Los Angeles 84 (seste). Delusione Tartaglini nel windsurf, dove la romana era arrivata alla medal race in pole position, prima di complicarsi la vita nell’ultima, fatale regata che l’ha vista terminare sesta. Stesso risultato per la staffetta 4x100 del nuoto femminile con Erika Ferraioli e Silvia Di Petro. Finale conquistata nei tuffi (trampolino 3 metri), anche da Andrea Chiarabini, che in coppia co Giovanni Tocci, in virtù del 6° posto assoluto, si assicura l’accesso alle prossime World series.