Coni Lazio. I Magnifici 19 del Premio Coni Lazio 2013

Renato Paratore

 

C’era una volta Bartali, che fece “arrabbiare” i francesi, come canta Paolo Conte, in occasione del Tour del 1948. C’è un giovane golfista, romano, che ha rovinato la festa agli americani, inventori dell’Orange Bowl (una specie di mondiale u.18 per golfisti e tennisti), proprio nell’edizione celebrativa, quella del cinquantenario. A Miami Renato Paratore, su un campo difficile, battuto dai venti atlantici, ha conquistato il Trofeo Gary Player 34 anni dopo l’ultimo italiano, Marco Durante (Tiger Woods l’ha vinto nel 1991). Una vittoria “alla grande”, con un birdie infilato dopo un drive di 230 metri all’ultima buca. Uno spot per uno sport che cresce nel gradimento di un pubblico sempre più eterogeneo, proprio grazie alle nuove leve: ai Manassero, ai Pavan, ai Paratore. Nipote del grande latinista Tullio, il diciassettenne Renato ha messo subito in chiaro le sue prerogative, che poco o niente hanno a che fare con Cicerone e Seneca. Gli americani, quelli di prima, di solito svelti a riconoscere un talento in uno sport dove sono abituati a dominare, lo avrebbero voluto nei circuiti dalle loro parti. Ma Renato ha preferito l’European Tour, e proprio con la selezione europea pochi giorni fa si è aggiudicato in India il Sir Michael Bonallack Trophy, grazie alle gare vinte in coppia con lo spagnolo Mario Galiano. I due, dopo aver iniziato con una sconfitta nella prima giornata, hanno infilato tre vittorie, contro la coppia Kenta Konishi (Gia)/Shinichi Mizuno (Hong Kong) e quindi sono venuti a capo per 1 up di un complicato match con i coreani Nam-hun Kim e Soo-min Lee. In ora lupis, giovane Paratore. (foto Tedeschi: Renato Paratore con Nicola Zingarettie e Riccardo Viola)