Premio CONI Lazio 2015. Giorgio Rossi

GIORGIO ROSSI - Premio Comitato Lazio

«Giorgio Rossi è come la legge: è uguale per tutti». La definizione è di Francesco Totti, che con queste parole spiega perfettamente perché Giorgio Rossi ha lavorato per ben 55 anni nella Roma, divenendo un simbolo e un prezioso testimone della storia della società giallorossa. Alla sua capacità nel trattare i muscoli dei calciatori, infatti, ha sempre unito un’umanità e una discrezione fuori dal comune che gli hanno valso la stima incondizionata di chiunque sia passato per Trigoria. L’avventura di Giorgio Rossi con la Roma inizia nel 1957. Vigile del fuoco, ma iscritto alla scuola di massaggiatori sportivi del CONI, mentre sta portando un ferito al pronto soccorso incontra un infermiere della Roma che gli chiede di sostituirlo per un torneo giovanile a Sanremo. Si fa subito apprezzare e un mese dopo firma il suo primo contratto. Per 22 anni si occupa del settore giovanile. Nel 1979 viene spostato alla prima squadra, con cui ha lavorato fino alla meritata pensione, arrivata nel 2012. Fino a quel giorno è sempre stato un punto di riferimento per tutti i giocatori, presidenti e allenatori che negli anni si sono alternati, custodendone segreti, vizi e virtù. Tantissimi gli aneddoti che hanno accompagnato i suoi 55 anni con la Roma, da Pruzzo che gli regalava 50.000 lire per ogni gol e dopo averne segnati 5 all’Avellino gli staccò un assegno da 1 milione, a Batistuta che quando andò via gli lasciò le chiavi del suo armadio regalandogli tutto ciò che c’era dentro, fino alla cioccolata passata di nascosto a Di Bartolomei, la birra a Voeller o la crostata a Falcao. Il suo intervento fu decisivo per salvare la vita a Lionello Manfredonia, colto da arresto cardiaco a Bologna il 30 dicembre 1989.