Premio Coni Lazio 2015. Matteo Lodo
matteo lodo - Atleta
Ogni sport ha la sua gara regina. Nell’atletica sono i 100 metri, nel nuoto i 100 stile libero, nella ginnastica il corpo libero. Il canottaggio può vantarsi di averne almeno un paio: l’otto e il quattro senza. Sono queste le due imbarcazioni in cui la concorrenza è più agguerrita e che danno lo spessore di un movimento. L’Italia non ha mai vinto un oro olimpico o iridato nell’otto e non trionfava nel quattro senza dai Mondiali di Tampere 1995. A spezzare l’incantesimo, ai campionati del mondo di Aiguebelette, in Francia, è stato un equipaggio giovanissimo e tutto targato centro-sud: tre napoletani (il capovoga Giuseppe Vicino, il prodiere Marco Di Costanzo e il numero tre Matteo Castaldo) e un ragazzo di Terracina (la seconda voga Matteo Lodo). Matteo è nato il 25 ottobre 1994, è alto 1.97 e pratica canottaggio dall’età di dieci anni, sempre con i colori delle Fiamme Gialle di Sabaudia, spinto dal cugino di sua madre, quel gigante del nostro remo che risponde al nome di Alessio Sartori, olimpionico e tre volte iridato con il quattro di coppia. Nel palmarés di Matteo già due titoli mondiali juniores con l’otto e uno a livello du U.23 sul due senza, prima dell’impresa dello scorso 5 settembre a livello assoluto con il quattro senza costruito dal d.t. Giuseppe La Mura, partendo proprio dal “due” di Lodo e Vicino, ed allenato da Andrea Coppola.(2-continua)