Sport sociale. Festa a Rebibbia.
Viola: ”Più iniziative per lo sport in carcere”
“Il nostro sforzo sarà quello di cercare ampliare le iniziative all’interno di Rebibbia, coinvolgendo altre federazioni che intendono iniziare un percorso sportivo che aiuti chi vive una realtà di limitazione della libertà individuale. L’ideale sarebbe arrivare, in accordo con l’amministrazione carceraria, a realizzare un’occasione importante al mese.” Parla chiaro il presidente del Coni Lazio Riccardo Viola nel giorno della consegna all’Albatros, associazione affiliata alla Uisp che cura l’attività sportiva all’interno della casa circondariale romana, di un biliardino da gara frutto dell’accordo con la FICB. “Tempo fa abbiamo preso un impegno per quanto riguarda la sistemazione dei campi di bocce e tennis, e vogliamo mantenerlo – ha proseguito – chissà che non si possa pensare ad un momento pubblico per promuovere queste iniziative.”Massima disponibilità quella offerta dalla Federazione italiana calcio balilla, che fornirà anche il supporto di un tecnico per illustrare moduli di gioco e regolamenti. “Come in un vero campionato – chiarisce il vice presidente nazionale Nicola Colacicco – dove si può scegliere la formula “al volo” o quella “tradizionale”, con i palleggi. Il biliardino oggi è visto come un passatempo un po’ retrò solo perché è diventato introvabile in quei luoghi pubblici dove prima era al centro di ogni sala giochi; eppure si tratta di un catalizzatore formidabile di interesse proprio perché è alla portata di tutti. Questo è un mondo che pur raccogliendo un bacino di utenti potenziali vicino al mezzo milione, non muove interessi economici adeguati.”
Apprezzamento per l’iniziativa è giunto naturalmente da parte della direzione di Rebibbia, che ha sottolineato “la lunga e proficua collaborazione con il Coni” e in particolare dall’Associazione Albatros, che attraverso il suo presidente ha voluto donare agli ospiti dei mosaici realizzati dai detenuti del laboratorio di ceramica all’interno del carcere. “Una scuola con vent’anni di vita che adesso rischia di chiudere perché i fondi previsti, anche se pochi, non arrivano più”, afferma malinconicamente un educatore presente alla cerimonia.