Us Acli: “Non c’è solo il problema dello stadio della Roma”
“A Roma non è possibile far convergere ogni sforzo sullo stadio della Roma, per quanto importante. Non si tratta di una polemica, ma è necessario supportare le tante associazioni sportive, come l’Us Acli Roma che si impegnano ogni giorno per promuovere lo sport fra i più giovani, in particolare modo fra i più svantaggiati e fra quelli che vivono nelle periferie. Siamo ancora in attesa del rinnovo del contratto con Roma capitale per la piscina del Corviale dove tante famiglie riescono ad accedere alla pratica sportiva senza spendere capitali”.
É quanto ha dichiarato Luca Serangeli, presidente dell’Unione Sportiva delle Acli di Roma, aprendo i lavori per il XV Congresso dell’associazione che ha avuto come slogan “Lo sport che vogliamo: inclusivo”.
“Il luogo in cui ci troviamo oggi, — ha aggiunto Serangeli — il campo dei miracoli-calcio sociale, è uno dei luoghi simbolo del riscatto delle periferie romane attraverso la pratica sportiva. Qui da anni una società affiliata all’Us Acli Roma porta avanti con un grande impegno l’idea dello sport, e in particolare del calcio, come strumento educativo e come sano anticorpo contro le devianze e l’emarginazione. Per questo abbiamo scelto di celebrare il XV congresso dell’Unione Sportiva in questo centro che è una vera e propria stella polare, in tutta la città, per una reale integrazione soprattutto dei giovani”.
Al congresso erano presenti, tra gli altri, Riccardo Viola, presidente Coni Lazio, Paolo Lojudice, vescovo ausiliare di Roma e Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma.
L’unione sportiva delle Acli di Roma, con i suoi 25 mila soci e le 265 associazioni affiliate, è una delle più importanti realtà sportive del sistema Acli nazionale. La prima in Italia per il numero di associazioni aderenti e la seconda per iscritti. Un terzo dei suoi associati ha meno di 15 anni.
Sono numerose le attività promosse: stagione calcio a 11 e 5 amatoriale; la stagione calcio a 5 e calcio a 8 giovanile; il trofeo delle parrocchie dedicato a Giovanni Paolo II; il trofeo “Fabio Gori” pietra miliare del nuoto romano; i numerosi trofei e gare di pallavolo, ciclismo, atletica, arti marziali e danza.
All’attività “sul campo” l’Us Acli Roma abbina anche quella formativa con i corsi per gli arbitri (appuntamento tradizionale arrivato alla 29a edizione), degli allenatori e dei dirigenti. Massima attenzione anche alla sicurezza sanitaria e al primo soccorso con la donazione di defibrillatori e gli stage formativi per il Blsd.
L’Us Acli Roma, inoltre, pone la massima attenzione all’utilizzo della pratica sportiva a fini sociali. Due su tutte le iniziative emblematiche: i corsi di autodifesa per la terza età e l’esperienza degli Ercolini di Don Orione. Infine all’Us Acli Roma proprio di recente sono stati conferiti due importanti riconoscimenti: la Menzione Speciale del Coni (nell’ambito dell’iniziativa “Sport e integrazione”) per il progetto “Torneo delle parrocchie S. Giovanni Paolo II”, e la Stella D’Argento al Merito Sportivo conferita pochi giorni fa a Luca Serangeli.
“In tempi di crescenti diseguaglianze sociali – ha dichiarato Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma e provincia – questo congresso ha acceso i riflettori su uno sport per tutti che favorisce l’inclusione. Inoltre ha ribadito in maniera forte il valore dello sport come strumento privilegiato per sviluppare un’idea di città fondata sulle relazioni, scongiurando il rischio di ridurre la Capitale a un mero agglomerato di quartieri. Questo è un compito di cui devono farsi carico tutti i soggetti della città, per questo la presenza dei rappresentati delle istituzioni comunali oggi sarebbe stata necessaria e doverosa, specialmente trovandoci nelle periferie della Capitale”.
“Il nostro impegno — ha aggiunto Borzì — è anche quello di utilizzare lo sport come porta sociale per favorire la presa in carico a tutto tondo di chi vive in condizione di disagio e quindi aiutare e assistere queste persone attraverso l’intero Sistema delle Acli di Roma”.