Educamp. L'eco-Educamp dei monti Cimini

Ad accogliere il visitatore del Parco dei Cimini c’è il “percorso avventura”. Una struttura imponente, con sette percorsi aerei composti da ponti tibetani di corda intrecciata, carrucole e travi in legno, che anche se non sovrastano gole impervie come in Himalaya, passarci sopra per un bambino resta comunque un’esperienza elettrizzante e una prova di coraggio. Per il terzo anno l’Educamp Viterbo fa tappa tra questi monti a 800 metri, replicando una formula che si è già dimostrata vincente. E i numeri anche in questo caso parlano da soli. Una media di 170 presenze le prime due settimane e ben 220 l’ultima, che accoglierà anche i 40 ragazzi del progetto “Luoghi di Sport”, finalizzato alla diffusione della pratica sportiva nei comuni più disagiati. “Siamo stati costretti, seppur a malincuore, a contingentare le molte richieste, spiega la direttrice Marina Centi, e nonostante questo abbiamo due gruppi di fuori quota”. “I cuccioli, una quindicina di marmocchi di 4/5 anni e quelli più grandi, che hanno ormai 15/16 anni e non ci vogliono lasciare”. Un affetto ricambiato con programmi studiati ad hoc e novità sempre stimolanti: “Abbiamo portato la canoa nel biolago (una scommessa vincente), il baby-motociclismo, la danza sportiva, il tennis e il golf “. Né viene per questo trascurato l’aspetto ambientale, grazie a un corso di educazione al riciclo condotto dallo stesso personale del Parco. I tutor poi sono quelli dello “sport di classe”, perché la parte educativa alla fine ha per questi giovani la stessa importanza del movimento. Poi c’è l’imprevedibile a regalare alle giornate dell’Educamp il gusto della scoperta, in un luogo dove la natura è a portata di mano: “l’altro giorno è nato un capretto e la fattoria didattica è molto amata dai più piccoli”. Passione e competenza hanno accompagnato anche le prime due settimane allo SMAM, la scuola dei Marescialli di Viterbo, che per il secondo anno ha messo a disposizione le sue strutture per circa 130 ragazzi.