
VITERBO - La campionessa di pattinaggio a rotelle Francesca Iacarelli è stata ospite dell’iniziativa del Coni regionale ''I valori nello sport'' . All’incontro ha partecipato l’istituto comprensivo Isola d’oro di Orte. I bambini, accompagnati dalla dirigente Fiorella Crocoli e dai docenti Pierfederico Manciati e Rosalba Oliviero, hanno potuto ascoltare il racconto e le esperienze di vita e di sport di Francesca Iacarelli. Per conto dello staff tenico del Coni Lazio era presente Cecilia Serra, Marina Centi ha portato i saluti del delegato Coni di Viterbo Alessandro Pica e ha presentato Paola Scuderi delegato della federazione pattinaggio
La campionessa ha raccontato le proprie esperienze vissute per raggiungere importanti risultati ed ha affermato con orgoglio di esserci riuscita rispettando se stessa e gli altri lealmente, seguendo i valori dello Sport e della vita affrontando anche periodi molto difficili che l’hanno rafforzata. Francesca si è soffermata sull’importanza della famiglia e del sostegno avuto nell’affrontare difficoltà sia in campo sportivo che legate allo studio al termine del suo discorso è stato proiettato il suo video montato con le varie competizioni più importanti, europei e mondiali.
Assistiti dai propri docenti delle varie materie, gli studenti hanno posto una serie infinita di domande alla giovane campionessa manifestando un particolare interesse verso questa disciplina sportiva, che pur non essendo olimpica, annovera campioni ed infiniti successi a livello internazionale. Con la partecipazione degli insegnanti gli studenti redigeranno un articolo giornalistico per raccontare l'incontro, le emozioni vissute, le conoscenze fatte mettendo l'accento su quei valori che risiedono nello sport e parteciperanno ad un concorso provinciale e quindi regionale attraverso il quale verranno premiati i migliori lavori. (ViterboNews24.it)

Il Coni Lazio e la Scuola Regionale dello sport nell'ambito del Piano progettuale formativo del 2013 organizzano un corso per docenti di Scuola Primaria e Operatori Sportivi delle ASD sul tema "Giochi e Attività sportive per la scuola primaria. Didattica e strumeti operativi". Il corso è gratuito e al termine verrà consegnato l'attestato di partecipazione. Si raccomanda ai partecipanti un abbigliamento sportivo in quanto una parte del corso viene svolta in palestra. Nella sezione Eventi è scaricabile il programma del corso che si terrà a Latina sabato 9 novembre.

C’è una legge nello sport che può essere trasferita in toto nella vita di ciascuno di noi, e il succo è che le sconfitte sono molto più numerose e frequenti dei successi, mentre ciò che veramente conta, alla fine, è la capacità di rialzarsi. Fabrizio Donato nel corso di una carriera lunga due decenni è caduto e si è rialzato un’infinità di volte, scrivendo il suo nome nella storia del salto triplo alla quarta partecipazione olimpica, quando non ci credeva più nessuno e ricavando da quell’episodio nuove energie per rimettersi in gioco. Dopo essere assurto al ruolo di salvatore dell’atletica azzurra all’indomani di Londra 2012, a 37 anni e dall’alto della sua esperienza di uomo e padre di famiglia, oggi vive questa condizione con la giusta consapevolezza e un pizzico di sano distacco.
Un distacco che deve aver vacillato almeno per un momento, quando ieri mattina ha varcato il portone della Scuola Media “Aldo Moro” di Frosinone. Un po’ perché si trattava della “sua” scuola, dove da adolescente cominciò ad appassionarsi all’atletica, ma soprattutto per l’accoglienza che gli avevano preparato studenti e insegnati. “Dopo Londra ho partecipato a molti eventi, ma questo per me ha un significato particolare – ha confessato rivolto ai quasi cinquecento ragazzi riuniti per ascoltarlo – perché in questo contesto ho l’opportunità di trasmettere ad altri insegnamenti che sono stati preziosi per me, per la mia crescita personale.” Parte il video delle Olimpiadi. Si vede Fabrizio esultare dopo la conquista del bronzo, e giù applausi. Cosa hai provato in quel momento? “E’ stato come se i sacrifici di una vita avessero improvvisamente un senso”. E come ci sei riuscito alla tua età? “Mi sono mantenuto integro, e qui il merito va anche ai miei allenatori”. Si ricorda Tonino Ceccarelli, prima guida nell’Atletica Frosinone, e naturalmente Roberto Pericoli, attuale trainer delle Fiamme Gialle. “L’atletica non è uno sport di dopati - ci tiene a precisare – e con altri colleghi del mio gruppo sportivo abbiamo voluto metterci la faccia realizzando un video che abbiamo postato su You Tube”. Affrontare gli ostacoli senza cercare pericolose e spesso inutili scorciatoie, questo il messaggio che Fabrizio affida agli studenti, che lo ascoltano insieme al Delegato Coni di Frosinone Massimo Mignardi, al Consigliere comunale Sergio Crescenzi e alla presenza del Dirigente scolastico prof. Fanfarillo. Piuttosto sono altri i pilastri che ci assicurano stabilità; primo tra tutti la famiglia. “Il pensiero di mia moglie e mia figlia – assicura Fabrizio – è per me essenziale al mantenimento di un corretto equilibrio psicologico, come fondamentale è stato negli anni passati l’esempio dei miei genitori.” La mattina scorre veloce tra mille domande, dove a emergere è sempre l’uomo e l’atleta, mentre la figura del campione resta sulla sfondo. Ma questo è il carattere di Fabrizio Donato, che non vuole credere al razzismo nello sport: “Nel calcio, dove si verificano più di frequente episodi di questa natura, è la stupidità e la mancanza di una cultura adeguata che hanno la meglio, il che è una cosa ben diversa dalla discriminazione razziale”. Infine c’è ancora il tempo per un plauso al progetto dei “Valori nello sport”: “Perché un domani, se allenerò dei giovani come voi, vorrei essere in grado prima di tutto di comprenderli, altrimenti come potrei farmi capire a mia volta ?”. Tutto giusto, caro Fabrizio.

Fine settimana di grande intensità ad Ardea con la 1ma edizione della Festa dello Sport, fortemente voluta dalla locale amministrazione comunale, grazie alla fattiva collaborazione delle Associazioni sportive locali e al contributo della Provincia di Roma. Un'intera giornata di sport e di aggregazione ha contrassegnato una grandissima area attrezzata con percorsi sportivi, impianti, esibizioni e stand. Il tutto con la regia del sindaco Luca Di Fiori, esibitosi anche in alcune discipline, dell'Assessore allo Sport Nicola Petricca e del Consigliere Riccardo Iotti, vero motore organizzativo della Festa. Calcio, basket, pallavolo, tennis, volo sportivo, ping-pong, rugby, automobilismo( percorso guida-sicura), judo, sono state solo alcune delle discipline più gettonate in rappresentanza di oltre trenta associazioni. "Abbiamo trascorso dei momenti indimenticabili", ha detto il Sindaco al momento delle premiazioni in un'affollata Sala Consiliare nuova di zecca". "L'obiettivo è quello di continuare su questa strada al fine offrire ai giovani le strutture sportive che meritano. La prima tappa di un percorso che riteniamo fondamentale per la crescita sportiva della città é la creazione di una consulta dello sport". Per il CONI é intervenuto il Delegato Provinciale Alessandro Fidotti, accompagnato dal fiduciario di Ardea Antonio Scorrano. "Con il CONI", ha ribadito il sindaco, "vogliamo costruire un percorso comune, teso a valorizzare il territorio". "Il Coni" ha dichiarato Alessandro Fidotti, "guarda con grande interesse a quelle comunità che intendono attivarsi per promuovere lo sport e i suoi valori. Ad Ardea abbiamo trovato terreno fertile". Al momento delle premiazioni grande entusiasmo da parte delle centinaia di giovanissimi atleti e delle loro famiglie che hanno testimoniato con il loro impegno il nuovo corso dello sport cittadino.

Non è bastata l’Aula magna per contenere l’entusiasmo di un’intera scuola nei confronti del campione più amato. Né sarebbero state sufficienti il doppio delle ore a disposizione, per soddisfare tutte le curiosità emerse nel corso dei due appuntamenti dei “Valori nello Sport” che hanno visto Andrew Howe protagonista, ieri alla SMS Basilio Sisti (vedi foto) e oggi all’Istituto Comprensivo “Ricci”, plessi del capoluogo reatino diretti rispettivamente dalle professoresse Carla Felli e Domenica Pedica. Soprattutto in quest’ultima scuola, vincitrice per tre anni consecutivi della fase finale dei Giochi della Gioventù, l’aura magica che avvolge il personaggio Howe è stata assorbita e distillata in mille rivoli dai ragazzi presenti, tra emozione ed eccitazione, familiarità e sfronatezza. Un mix dove il personaggio pubblico talvolta è emerso suo malgrado (“è più faticoso allenarsi per una gara o fare la pubblicità?”), pur rimanendo a margine di una personalità ben più complessa (“tutti noi commettiamo degli errori, o ci troviamo a lottare contro la sfortuna, ma in ogni caso quando si cade l’importante è lottare per rialzarsi”). Per questo Andrew, pur abituato alle grandi platee, ha dovuto far ricorso a tutta la sua esperienza per “fronteggiare” questa pattuglia scalmanata di piccoli fan. In fondo il suo rapporto con questa città dura da molti anni. Il Delegato Coni di Rieti Andrea Milardi, presente agli incontri con l’Assessore allo sport Alessandro Mezzetti, il vicepresidente della Fidal Lazio Maurizio De Marco, il Coordinatore di Educazione fisica Ferdinando Poscente, è uno che lo conosce da sempre, e rivendica una sorta di primogenitura nella sua scoperta (“quando all’età di 14 anni, credo fosse il suo primo anno da Cadetto, fu convocato dall’Empoli per un provino gli posi l’aut aut; o il calcio o l’atletica, se vai non metti più piede qui al campo”). Una minaccia terribile per un reatino, anche se acquisito, che pratica questo sport; un po’ come se il parroco impedisse a un fedele l’ingresso alla messa. Sappiamo poi com’è andata, e Andrew non ha mai rimpianto la sua scelta. Una volta smaltita la delusione della mancata convocazione per le Olimpiadi di Londra, oggi Howe prima di essere un simbolo dello sport azzurro, è soprattutto un atleta maturo, che sembra aver fatto tesoro di ogni esperienza, anche la più negativa, per crescere ed elevarsi a un livello di consapevolezza diverso e profondo. Un esempio per questi ragazzi, che ha voluto incontrare visitando l’intero istituto, e ai quali si è aperto con ritrovata franchezza, consegnando un messaggio che è anche una promessa (“lavoro per i mondiali indoor e gli Europei e Rio è il mio traguardo finale”). In bocca al lupo!