L'Uffico Scolastico Regionale del Lazio ha reso notol'elenco provvisorio, degli aspiranti tutor del Lazio per il progetto Sport di Classe nella scuola primaria per l'anno in corso. Gli eventuali reclami, circostanziati e corredati da documentazione idonea, vanno inoltrati via email a partire dalla data odierna e fino al 21 dicembre (i ritardatari non verranno presi in considerazione) all'indirizzo

Accolto dall'inno d'Italia, cantato dagli studenti dell'Istituto romano a indirizzo musicale, il gentleman della palla ovale si è raccontato nell'ambito del progetto del Coni Lazio. Domani ultimo appuntamento prima della pausa natalizia con l'ex campione olimpico di pentathlon e oggi professore all'università di Cassino Daniele Masala.
Da quando, nel 2000, l’Italia si è aggiunta a Francia, Inghilterra, Scozia, Irlanda e Galles per dare vita al “Sei Nazioni”, il torneo a squadre più importante del vecchio Continente (esiste dal 1883), il rugby è assurto a sport “di massa” anche nel Belpaese. Eppure, quello che il giornalista scozzese Jack O'Malley definì “un gioco da delinquenti, praticato da gentleman”, da contrapporre al calcio, per il quale, invertendo l’ordine dei fattori, si capisce da quale parte batteva il cuore di Jack, dalle nostre parti ha avuto un cammino tortuoso e pieno di ostacoli. Iniziando da un faticoso iter nella scuola per sdoganarlo e affrancarlo dall’etichetta di sport violento, fino a introdurlo nella lista dei Giochi sportivi studenteschi. Molte mamme hanno accettato il fatto di veder tornare talvolta a casa il figliolo con qualche livido, senza per questo farne un dramma, ma nella consapevolezza che i valori trasmessi nello spirito di questo sport, siano quanto di più vicino, nella sostanza, al significato dell’aforisma di O’Malley. L’avversario non è mai un nemico, e si rispetta comunque. La sua forza non si misura a suon di mete, ma dall’impegno messo in campo. E poi c’è il famoso Terzo Tempo, il momento della condivisione, un’usanza che non funziona mica in tutti gli sport.I Giochi olimpici lo hanno accolto nella grande casa a cinque cerchi nella sua versione a sette, ma questo sembra non bastare alla sua definitiva consacrazione. Il travaglio e la cancellazione della Roma Rugby, con annessi 80 anni di storia, sono stati vissuti con colpevole indifferenza da parte di chi poteva intervenire e non l'ha fatto. Si dirà: succede anche in altri sport e in altri contesti, ed è anche vero che non mancano società che lavorano per il futuro.
La Capitolina è una di queste, come racconta Claudio Tinari, prima giocatore, poi presidente e ora tra i Veterans della Società di Tor di Quinto: “I ragazzi delle nostre giovanili rappresentano il futuro di questa società e del rugby romano. La nostra è stata una scelta precisa, quella di ripartire dalla base.” La scuola vi dà una mano? “Noi da anni ormai portiamo la palla ovale nelle scuole romane, che rappresentano il nostro bacino di utenza. Soprattutto tra i più piccoli. Qui si comincia a sei/sette anni e si prosegue fino agli U.19. I nostri valori sono: rispetto, determinazione nel raggiungimento di obiettivi, sostegno reciproco, presa d’iniziativa individuale, spirito di appartenenza”. In percentuale, quanti sono a seguire tutto il percorso? “Non è questo il punto. Si può anche iniziare e poi smettere; l’importante è aver assorbito la cultura, quel quid che ti rimane dentro e magari ti fa tornare quando sei già grande per portare tuo figlio.” Il vero spirito del rugby. “Se si parla di “fare squadra”, questo sport offre la rappresentazione esatta, a mio modo di vedere, del suo significato: 14 giocatori senza pallone che danno sostegno a chi corre verso la meta. E’ uno spettacolo che si può vivere solo in questo sport”. Cosa ci divide, ancora, dagli altri paesi che formano il Sei Nazioni? “Solo la tradizione. La chance di scendere in campo sospinto dalla forza di una storia scritta da tuo padre e dal padre di suo padre prima di te, che ti trasmette forza e entusiasmo. Questo, spesso, fa la differenza.” 
Si avvia alla conclusione “Schegge di Sport”, l’iniziativa del Coni Lazio che in poco più di un mese ha permesso a circa 2000 studenti provenienti dalle scuole secondarie di primo grado della regione, di approcciare sport poco conosciuti, spesso accompagnati nel loro percorso da atleti e tecnici azzurri, principalmente nei luoghi deputati al loro svolgimento. Oltre 30 appuntamenti tra stadi, piscine, poligoni e campi di tiro; alcuni inseriti nella storia del nostro paese, come nel caso della piscina dei Mosaici al Foro Italico e dello stadio Olimpico, altri con un importante pedigree sportivo, in quanto spesso teatro di eventi internazionali (Palafijlkam, Palabocce, Palafitarco e Centro Fitav Valle Aniene).
Domani 16 dicembre, il centro federale della Fijlkam di Ostia ospiterà 50 studenti dell’I.C. Raffaello Giovagnoli di Monterotondo, mentre altrettanti provenienti dall’I.C. Belforte del Chienti di Roma potranno visitare l’impianto modello del Torrino, esempio di versatilità e multifunzionalità sportiva. Giovedi 17, penultimo giorno prima della chiusura a Montopoli il 21 dicembre, sarà il turno della SMS “Salvo d’Acquisto” di Cervetri e dell’I.C. “Via Cassia” di Roma, in visita agli impianti dell’area del Foro Italico, mentre ad attendere i ragazzi del liceo a indirizzo sportivo “Pacinotti” sarà il Centro di preparazione olimpica dell’Acqua Acetosa.
Quarto appuntamento con la consegna delle onorificenze CONI nel Lazio. Dopo Rieti, Viterbo e Frosinone, domani 16 dicembre sarà la provincia di Latina a srotolare il red carpet per le sue eccellenze sportive. La cerimonia si svolgerà al teatro Fellini di Pontinia con inizio alle 17.30, e a premiare dirigenti e atleti che si sono particolarmente distinti nel corso del 2014 saranno il sindaco Eligio Tombolillo, il presidente del C.R. Lazio Riccardo Viola, il delegato CONI di Latina Fabrizio Malgari e l’assessore regionale allo sport e alle politiche sociali Rita Visini. Le due Stelle al Merito sportivo sono per Carlo Genovesi (argento) e Claudio Tranquilli (bronzo), mentre delle 22 medaglie al Valore atletico, molte provengono da canoa e canottaggio, che sulle coste del basso Lazio può vantare una forte tradizione sportiva e scuole di alto livello. Gli atleti premiati: oro a Gianluca Muoio (tiro a volo) per la vittoria al Mondiale di Lonato; argento a Francesco Fossi (canottaggio), Chiara Esposito (pesca sportiva) e Alessia Mesiano (pugilato); bronzo a Gabriele Cagna, Sergio Canciani, Luca Di Rezza, Alessandro Laino, Bernardo Miccoli, Andrea Micheletti, Domenico Montrone, Andrea Tranquilli, Giuseppe Vicino (canottaggio); Davide Cestra, Roberta Fiorini, Luca Incollingo, Daniele Santini, Marco Vegliani (canoa/kayak); Abdikadar Shaik Mohad (atletica); Martina Petraglia (scherma); Alex Sambucci (baseball); Simone Crescenzi (taekwondo). Per i risultati del 2013 saranno invece insigniti con la medaglia di bronzo i pugili Leonard Bundi, Michele Crudetti e Mario Pisanti. Riconoscimenti per l’attività svolta a favore della diffusione della pratica sportiva, su proposta del Delegato CONI Malgari, andranno agli istituti scolastici I.C. Verga di Pontinia e G.B. Grassi di Latina; al Pontinia Cricket Club; al Comandante del Centro Remiero della Marina Militare di Sabaudia Antonello Alias e al sindaco di Sabaudia Maurizio Lucci.
L’Anfiteatro Flavio stilizzato, con tre corsie bianco/rosso/verde a dare la sensazione della velocità e del movimento, è il pittogramma di Roma 2024. La parte grafica del logo per la candidatura della Capitale a ospitare i Giochi della XXXIII Olimpiade ha il tratto pulito, ma soprattutto è d’immediata riconoscibilità. Dopo il 1960 questa è la terza volta che Roma lancia la sua sfida; nel 2004 arrivò seconda alle spalle di Atene, mentre per il 2020, il governo Monti ne decise il ritiro. La tradizione, rappresentata dalla storia e dalla cultura di una nazione, oggi però si è sposata con il futuro del paese, i suoi giovani, gli studenti delle scuole del Lazio, protagonisti ai Campionati Studenteschi. Il loro entusiasmo ha fatto da cornice alla mattinata, iniziata appunto con le premiazioni delle scuole vincitrici da parte del direttore generale del MIUR Gildo De Angelis, affiancato dal presidente del CR Lazio Riccardo Viola. Insieme a loro, sul palco posto al centro del palazzetto dello sport di viale Tiziano, la dg di Roma 2024 Diana Bianchedi e il presidente regionale del CIP Lazio Pasquale Barone. E’ stato il prologo che ha “scaldato” l’ambiente prima del clou della manifestazione, introdotta dal presidente di Roma 2024 Luca Montezemolo, dal presidente del Coni Giovanni Malagò e da Luca Pancalli, nella doppia veste di vice di Montezemolo e di presidente del Comitato paralimpico. Il disvelamento del logo è stato accompagnato dalle testimonianze di chi visse da protagonista i giochi del 1960 e degli atleti azzurri che hanno lasciato la loro firma sulle ultime (estive), in ordine di tempo, quelle di Londra 2012. “Il tricolore sul Colosseo rappresenta la candidatura di un intero Paese” ha sottolineato Malagò, che poi ha salutato con grande soddisfazione l’assegnazione della Ryder Cup di golf a Roma. “Non potevamo sperare in un viatico migliore” ha gioito salutando con affetto Franco Chimenti, presidente della Federgolf e grande sponsor della capitale nella corsa all’assegnazione della coppa America delle 18 buche, che approderà per la prima volta in Italia nel 2022. La kermesse, alla quale hanno preso parte molte personalità del mondo sportivo e delle istituzioni, ha avuto alla fine la sua appendice social con i selfies dei ragazzi insieme ai campioni dello sport #wewantrome2024