
Domenica 22 marzo, davanti al gruppo degli oltre 15.000 iscritti partiranno, come da tradizione, gli atleti in handbike. Alle 8.50, saranno loro ad aprire la 21^ edizione dell'Acea Maratona di Roma. In totale sono 65 gli atleti disabili in gara delle diverse categorie riconosciute dal Cip, dei quali 21 handbiker. Dopo un lungo dominio del campionissimo Alex Zanardi, vincitore quattro volta a Roma, che quest'anno non sarà al via a causa di un infortunio alla clavicola rimediato in allenamento qualche settimana fa, i favoriti per il successo sono altri due big della specialità. Si tratta di Fabrizio Caselli, 46enne di Pelago, Firenze, plurimedagliato in diverse categorie handbike e anche nel pararowing, e di Luca Mazzone, 44enne di Terlizzi, Bari, oro ai Mondiali di Greenville in handbike con un passato da nuotatore paralimpico. Per gli handbiker, la prova di Roma rappresenta la prima gara del calendario 2015 della Federazione Ciclistica Italiana.
Alla partenza saranno presenti anche gli atleti autistici del Progetto Filippide, associazione benemerita del Comitato Italiano Paralimpico che svolge la sua attività all’interno della Fisdir. La squadra, composta da Alberto Rubino, Gianluca Mogliani, Lorenzo Fioretti, Matteo Di Ianni, Daniele Tosti e Ivan Giovannelli, si alternerà in una staffetta sul percorso della maratona.
Alla RomaFun, invece, parteciperanno otto detenuti della sezione penale maschile di Rebibbia, dei quali 5 art. 21 (in semilibertà) e 3 autorizzati, lasciando il carcere la mattina in compagnia di un rappresentante del Coni Lazio e dei responsabili dell'Istituto penitenziario. L'iniziativa fa parte del progetto "Lo sport entra nelle carceri" avviato già da alcuni anni da parte del Comitato Regionale Lazio del Coni con la casa circondariale di Rebibbia. "Siamo felici di essere riusciti per la seconda volta a realizzare il desiderio di queste persone che vivono in condizione di restrizione – afferma il presidente del Coni Lazio Riccardo Viola -, perchè lo sport, lo ribadiamo in ogni occasione, resta un diritto di tutti". (nella foto, il presidente Viola premia il vincitore di della scorsa edizione)

Alla viglia del corso di Metodologia dell'allenamento in programma al "G.B.Grassi" di Latina dopodomani, sabato 21 marzo, sono oltre 200 le richieste di partecipazione arrivate alla segreteria della Scuola Regionale dello Sport. Si tratta del corso più "affollato" dall'inizio della programmazione da parte della SRdS (eccezion fatta per quello sull'addestramento dei tutor scolastici destinati al progetto "Sport di Classe"). L'argomento, certo, è tra i più appetibili da parte di alletori e tecnici, soprattutto delle associazioni dilettantisctiche iscritte all'albo CONI, ma anche il livello dei relatori, tra i quali fiigura anche una campione del basket azzurro come Davide Bonora, ha contribuito a far affluire questa mole inusitata di richieste. Fortunatamente, il Liceo a indirizzo sportivo,il solo della provincia pontina, che ospiterà l'evento, ha spazio sufficiente per tutti. A questo proposito, anche una cospicua delegazione di studenti delle classi terze e quarte dell'istituto, essendo la materia trattata parte del corso di studi, parteciperà ai lavori.

“E’ il regalo più bello che mi potessi aspettare. Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per me.” E’ sinceramente commossa Gabriella Bascelli, destinataria della sorpresa organizzata dal gruppo di alunni dell’Istituto “Cristo Re” di via Acherusio, autori di un video che ripercorre le imprese sportive più importanti della sua carriera di canottiera. “I Giovani incontrano i Campioni”, e talvolta li emozionano. D’altra parte, per questo plesso del Salario che cela tra alte mura campi da calcetto, basket e tennis, oltre a una piscina semiolimpionica e una palestra superattrezzata con tanto di pareti per l’arrampicata, sono già passati grazie al progetto del CONI Lazio Cristina Chiuso, Michele Maffei e Gianni Rivera. “Tutto documentato in questo book” – spiega Stefano Ranieri, professore di educazione fisica di lungo corso e amante dello sport a 360°, presente stamane con il presidente della Fondazione "Cristo Re" Giancarlo Corsi e il presidente del II municipio Giuseppe Gerace. “Sono curioso. Mi informo. Organizzo. In questa maniera ho portato nella scuola il rugby e abbiamo anche creato tre equipaggi di canottaggio, due maschili e uno femminile, per le fasi provinciali degli Studenteschi che si svolgeranno la prima settimana di aprile.” Sembra Cambridge, ma è Roma. “Ho passato la mia adolescenza studiando in un posto simile a questo” – esordisce la Bascelli, cresciuta a Johannesburg ricevendo un’educazione anglosassone, dove lo studio e l’attività sportiva vanno di pari passo “ed è stata la mia fortuna, perché lì mi sono appassionata al canottaggio.” “La passione – ha continuato Gabriella – qualunque essa sia, è il solo motore per raggiungere un risultato. Non è detto che alla fine sia quello sperato, perché nel mezzo, lungo la strada da percorrere, potete incontrare di tutto, ma senza passione di sicuro non arriverete lontano.” La passione, ma anche tanta perseveranza e una buona dose di testardaggine, le hanno consentito di vincere un titolo mondiale U.23 a un anno di distanza dall’incidente di cui fu vittima all’uscita di una discoteca in Sudafrica; una pallottola senza destinatario, esplosa durante uno shooting by run, le staccò una parte della testa del femore e indusse il suo medico a predirle la fine anticipata della sua carriera agonistica. “Cosa facesti allora?” le ha chiesto un ragazzo con l’aria sinceramente preoccupata. “Cambiai medico”. E l’apartheid, come l’hai vissuto? “Prima che Mandela ne decretasse la fine, 20 anni fa, ero ancora troppo piccola per rendermi conto di una tragedia cosi grande; anche se mi colpì molto un fatto successo alle elementari, riguardante la mia compagna di banco, che era di colore e fu costretta a cambiare scuola da un giorno all’altro.” Cosa ti manca del tuo paese? “Vogare in solitudine, all’alba, sul mio lago preferito, vicino Pretoria, con gli animali che si abbeverano lungo la riva: giraffe, zebre, antilopi. Ma devo ammettere che mi è successo di remare sul Tevere, immersa nella luce rossa e viola di quei tramonti estivi, tipici della capitale, che esplodono il cielo sopra San Pietro. Ecco, lì mi è quasi venuto da piangere.”

Dopo la vittoria nell’edizione del 2014, il Comitato Lazio della Federazione Pallacanestro organizzerà l’edizione 2015 del Trofeo delle Regioni, la più grande kermesse di basket giovanile che si svolge in Italia. Il Trofeo delle Regioni, presentato ieri all’Auditorium dell’ospedale pediatrico “Bambino Gesù”, è la massima rassegna giovanile del basket italiano, un “unicum” nell’intera Europa, che mette di fronte le selezioni Under 14 maschili delle venti Regioni italiane e sedici selezioni regionali Under 15 femminili.
Sei giorni di gare, dall’1 al 6 aprile prossimi, 20 rappresentative regionali maschili e 16 femminili, 540 atleti – ragazzi del 2001 e ragazze dal 2000 al 2001, 7 campi da gioco per 108 partite e più di 200 premi tra trofei e medaglie: questi i numeri del 15° Trofeo delle Regioni 2105 di basket “Cesare Rubini” Kinder+Sport,
E’ intitolato a Cesare Rubini, uno dei “padri” della pallacanestro italiana, e rappresenta un momento di confronto tra le più promettenti realtà del panorama cestistico giovanile italiano, ma anche un’occasione di solidarietà e di amicizia tra adolescenti provenienti da ogni parte d’Italia, uniti dalla comune passione per il basket nella magnifica cornice della Città Eterna. La prevenzione è l’unica via da percorrere per permettere a tutti di divertirsi con lo sport – ha dichiarato Fabrizio Drago, responsabile di ritmologia pediatrica. Legare il concetto di sanità con lo sport è semplice, perché fare sport vuol dire migliorare la salute, gli ha fatto eco il presidente FIP Lazio Francesco Martini.

2015.03.13 Il Progetto del CR Coni Lazio di Riccardo Viola ""I giovani incontrano i campioni" Sport - Valori - Corretti Stili di Vita" ha portato nel Municipio VII di Roma presso l'I.C. Mastroianni, Giuseppe Gentile, Laureato in Giurisprudenza nonchè Maestro di Sport, medaglia di bronzo a Mexico City nel 1968. In quella edizione olimpica migliora il record del mondo di salto triplo per ben due volte con 17,10 (in qualificazione, precedente 17,03 del polacco Schimdt, settimo in finale con 16,89). E' il 17 ottobre del 1968 giorno della finale, inizia grazie a lui con il suo 17,22 al primo salto la nuova era della disciplina. Dopo qualche minuto sarà superato dal brasiliano Nelson Prudencio con 17,27 e dal sovietico Victor Saneyev con 17,39. Sono ben cinque gli atleti che supereranno il 17,03. Davanti agli alunni/e dell'I.C. Mastroianni, racconta per la prima volta con generosità, emozioni - sensazioni - pensieri della notte prima della finale. E poi di quei momenti in gara con l’alternanza di record del mondo ad ogni salto. Un regalo a tutti gli sportivi ed un messaggio chiaro alle nuove generazioni. Un particolare ringraziamento alla Ds ed a tutte le Colleghe/i che hanno aderito. http://youtu.be/yz5Hq0flAEE