Erano oltre 200 i ragazzi della SMS “Leonardo da Vinci” presenti stamattina all’incontro organizzato a San Felice Circeo nell’ambito del progetto del Coni Lazio “I Valori nello Sport-I giovani incontrano i Campioni”. “Dopo 7 edizioni svolte nella provincia di Roma, con centinaia di scuole visitate dal 2005 a oggi, quest’anno ci siamo rivolti all’intera regione – ha dichiarato soddisfatto il presidente del Coni Lazio Riccardo Viola – portando il messaggio di un progetto nato per promuovere uno stile di vita sano e corretto nell’età dell’adolescenza, e combattere fenomeni sempre più diffusi come sedentarietà e bullismo. Questo ci ha permesso di raggiungere circa 150 scuole da ottobre a oggi, ma è la prima volta che il progetto tocca San Felice. Per questo ringrazio il sindaco Petrucci e la direzione della scuola dell’opportunità che ci è stata offerta.” Protagonista della giornata, alla quale hanno partecipato il sindaco di San Felice Gianni Petrucci, il suo vice Egidio Celisi, il delegato allo sport del comune Dionisio Magnanti e il delegato Coni di Latina Fabrizio Malgari, l’ex ciclista della Ceramica Flaminia Filippo Simeoni, tricolore nel 2008, il primo a parlare del “sistema” di corruzione che girava intorno al medico Michele Ferrari e al gruppo di Lance Armstrong, di cui lui stesso faceva parte. “Nello sport, come nella vita – ha detto Simeoni ai ragazzi – non contano le parole ma i fatti”. Impegno, dedizione e rispetto delle regole, una buona ricetta non solo per lo sport. Poi si è sottoposto alle domande degli studenti sul ciclismo, sul rapporto tra lo studio e lo sport, sui rischi del doping. Prima calunniato e poi ostracizzato per il suo coming out, solo a fine carriera ha avuto completa riabilitazione in seguito alla confessione pubblica di Armstrong. Oggi Simeoni, che il mese scorso ha ricevuto il premio Coni Lazio per la sua scelta coraggiosa, vive a Sezze e allena in una società dilettantistica della città pontina. Al termine il mini sindaco e la mini giunta della scuola hanno consegnato tre attestati: all'atleta Simeoni, al primo cittadino Petrucci e al presidente regionale del Coni Viola. (vai alla galleria fotografica)
Renato Paratore
C’era una volta Bartali, che fece “arrabbiare” i francesi, come canta Paolo Conte, in occasione del Tour del 1948. C’è un giovane golfista, romano, che ha rovinato la festa agli americani, inventori dell’Orange Bowl (una specie di mondiale u.18 per golfisti e tennisti), proprio nell’edizione celebrativa, quella del cinquantenario. A Miami Renato Paratore, su un campo difficile, battuto dai venti atlantici, ha conquistato il Trofeo Gary Player 34 anni dopo l’ultimo italiano, Marco Durante (Tiger Woods l’ha vinto nel 1991). Una vittoria “alla grande”, con un birdie infilato dopo un drive di 230 metri all’ultima buca. Uno spot per uno sport che cresce nel gradimento di un pubblico sempre più eterogeneo, proprio grazie alle nuove leve: ai Manassero, ai Pavan, ai Paratore. Nipote del grande latinista Tullio, il diciassettenne Renato ha messo subito in chiaro le sue prerogative, che poco o niente hanno a che fare con Cicerone e Seneca. Gli americani, quelli di prima, di solito svelti a riconoscere un talento in uno sport dove sono abituati a dominare, lo avrebbero voluto nei circuiti dalle loro parti. Ma Renato ha preferito l’European Tour, e proprio con la selezione europea pochi giorni fa si è aggiudicato in India il Sir Michael Bonallack Trophy, grazie alle gare vinte in coppia con lo spagnolo Mario Galiano. I due, dopo aver iniziato con una sconfitta nella prima giornata, hanno infilato tre vittorie, contro la coppia Kenta Konishi (Gia)/Shinichi Mizuno (Hong Kong) e quindi sono venuti a capo per 1 up di un complicato match con i coreani Nam-hun Kim e Soo-min Lee. In ora lupis, giovane Paratore. (foto Tedeschi: Renato Paratore con Nicola Zingarettie e Riccardo Viola)
L'Istituto Olga Rovere ha aderito al progetto “La scuola e i valori dello sport”, organizzato dal Coni Regionale Lazio e dal Comune di Rignano Flaminio. Per il secondo anno, presso l'Istituto ha avuto luogo una mattinata di confronto e dibattito per trasmettere agli studenti delle classi prime e seconde medie, i preziosi insegnamenti veicolati dallo sport. “Il progetto – spiega Angelo Paterniani, coordinatore fiduciari macro-area nord del Coni Regionale Lazio - nasce dalla volontà di riportare una narrazione diretta con i giovani, che è stata sostituita dall'eccesso tecnologico che spesso ci distacca dalla realtà. Attraverso l'esperienza vissuta dai grandi campioni dello sport speriamo di insegnare ai ragazzi i valori reali quali l'obbedienza e il rispetto delle regole, la non discriminazione e l'importanza della socializzazione”.
Ospite della mattinata Michel Fabrizio, il pilota motociclistico italiano campione europeo di Superbike, che ha raccontato agli studenti come lo sport ha influenzato la sua vita e di come sia riuscito a trarre da questa passione dei valori universali. “Lo sport è una scuola di vita, ha sottolineato Michel, che insegna a lottare per ottenere una giusta ricompensa e che aiuta alla socializzazione ed al rispetto tra compagni ed avversari”.
All'incontro erano presenti anche Franco D'Ambrosio consigliere nazionale della Federazione Motociclismo e l'Assessore alle politiche sociali, culturali ed educative del Comune di Rignano Flaminio Vincenzo Marcorelli.
Daniele Nardi
Alla fine il Nanga Parbat ha respinto anche quest’ultimo assalto. Dopo 46 giorni di attesa a 4200 metri e due tentativi di ascesa abortiti per il maltempo, Daniele Nardi ha fatto dietrofront. Almeno per adesso. Non è la prima volta che l’alpinista di Sezze prova a conquistare l’ottomila himalayano; anche se in questa occasione aveva scelto la strada più difficile, la salita dello sperone Mummery, la via più diretta del versante Diamir. L’ultimo tentativo è di un anno fa. Ma stavolta, prima di lui, la montagna aveva respinto anche un altro grande dell’alpinismo, Simone Moro. Nel frattempo noi aspettavamo Daniele a Roma per consegnargli il premio Coni Lazio. Il fratello Claudio, con il quale eravamo in contatto, intanto ci rassicurava sulle sue condizioni. “Se volete chiamarlo ha con sé il satellitare. Sai com’è, le giornate passate ad aspettare sono lunghe..”. Dal 2001 gli appuntamenti dell’agenda di Daniele sono stati: Gasherbrum, Cho Oyu, Everest, Shisha Pangma, Aconcagua, Makalu, Ama Dablam, Peak of Freedom in Patagonia. Impegni che ha alternato al ruolo di ambasciatore dei Diritti Umani e soprattutto all’attività nella sua Mountain Freedom, associazione che attraverso una scuola di formazione, mostre, attività sul territorio, ha contribuito negli ultimi anni a diffondere la cultura e l’amore per la montagna in tanti ragazzi delle sue parti. Un’associazione iscritta alla FASI, che nel 2013 ha raggiunto il numero massimo di iscritti che si scambiano consigli e impressioni, oltre a condividere sul sito le loro imprese recenti in giro per il mondo e che durante l’anno effettua corsi su roccia aperti a tutti. (foto Tedeschi: Daniele Nardi, a sinistra, premiato da Luciano Pistolesi. Al centro Antonella Strano)
Sulla legge antipedofilia relativa al d.l. 39/2014 l'ufficio legislativo del ministero della giustizia ha emanato una circolare interpretativa che chiarisce alcuni aspetti riguardanti gli obblighi di chi lavora a contatto con i minori e, in particolare alla presentazione del certificato penale da parte delle associazioni e società sportive dilettantistiche.