Non si ferma la programmazione dei corsi della Scuola Regionale dello Sport, che anche a dicembre presenta un calendario fitto di appuntamenti che riportiamo di seguito. Si parlerà di Diritto sportivo e fiscalità delle ASD con Giovanni Esposito e Giovanni Fontana a Frosinone il prossimo 9 dicembre, a Cori il 14 e a Rieti il 17. Sono ancora aperte le iscrizioni per gli appuntamenti di Cori e di Rieti, ma le eventuali rischieste devono pervenire entro il prossimo 12 dicembre al fax 06.32723771. Il modello da compilare è scaricabile nella sezione Documentazioni, a destra della homepage.
CORSO PER DOCENTI DI SCUOLA PRIMARIA E OPERATORI SPORTIVI DELLE ASD
RIETI – 11 DICEMBRE - I.C. “Angelo Maria Ricci” – Via XXIII Settembre 16
CORSO PER DIRIGENTI E OPERATORI SPORTIVI DELLE ASD
FORMIA – 7 DICEMBRE - CONI CPO “Bruno Zauli” – Via Appia lato Napoli 175
FROSINONE – 9 DICEMBRE - Villa Comunale – Via Marco Tullio Cicerone
CORI – 14 DICEMBRE – Palazzetto dello Sport “Stoza” – Via Delle Grazie 12
RIETI – 17 DICEMBRE - I.C. “Angelo Maria Ricci” – Via XXIII Settembre 16
Chiedi chi era Gilardi. Chiedilo a un ragazzo di 15 anni e lui ti risponderà…Gilardi non lo conosco, ma neanche il mondo conosco. La bandiera di quella che fu l’esperienza più esaltante del basket romano (quando si chiamava ancora pallacanestro), la stagione d’oro del Banco Roma, non si scompone di fronte alla titubanza degli studenti dell’Istituto Comprensivo Via Bagnera, nei pressi di viale Marconi. “Non sono queste le cose importanti. Quello che abbiamo fatto noi trenta anni fa è ormai parte della storia dello sport di questa città, e i giovani oggi non hanno bisogno di storia, ma di presente e di motivazioni per affrontare la vita. E in questo lo sport può aiutarli.” Enrico Gilardi, classe 1957, non si fa pregare per tornare alla sua esperienza di giocatore e di emblema della “romanità” all’interno di una squadra nella quale si rispecchiava una città intera, ma ci tiene a sottolineare, nella sua rievocazione, le differenze storiche e sociali che la società ha marcato rispetto al 1983. “ Noi iniziavamo a giocare pensando a Masini, oggi gli idoli dei giovani vestono le casacche dell’NBA. Ed è sempre più difficile mettere in campo un progetto a medio-lungo termine per una società che inevitabilmente, quando si rende protagonista di un grande campionato come la Virtus lo scorso anno, poi vede partire i suoi elementi migliori.” Cosa vuole trasmettere allora Gilardi a questi giovani? “ Il concetto di lealtà, che vale nello sport come nella vita. E almeno in parte la mia esperienza, che forse un campione in attività non possiede. Io stesso se fossi stato chiamato nelle scuole ai tempi in cui calcavo i parquet, non avrei avuto la maturità per dialogare con questi ragazzi, che sembrano cosi sicuri e indipendenti, ma in tanti frangenti quello che ti chiedono è di essere guidati.” Gilardi parla con la cognizione di chi ha messo in pratica un progetto a livello nazionale per la federazione, con lo scopo di seguire e far crescere le migliori espressioni giovanili del basket nostrano. “E’ un lavoro che mi appassiona e mi gratifica. Prendere questi ragazzi di 14/15 anni e portarli alla soglia delle under azzurre significa gettare un ponte tra generazioni. E’ un po’ quello che mi trovo a fare nel corso degli incontri dei Valori nello Sport, che seguo già da quattro anni. “ E quale tipo di reazione trovi, in genere? “Molto positiva. Anche oggi c’era attenzione tra gli studenti. La scuola ha un campo dove è passata una squadra statunitense in visita a Roma, quindi vanta una certa tradizione nei confronti della pallacanestro. Quando ho chiesto quanti di loro lo praticassero, qualche mano si è alzata; ma quando poi ho domandato in quanti facessero sport, allora quasi tutti hanno risposto positivamente. E in fondo è questo che ci interessa, no?”. (nella foto il BancoRoma campione d'Italia)
Nessuno gli ha chiesto l’origine di quella passione cosi estrema, forse perché non esiste una spiegazione razionale all’impulso che sulla pista ti porta a spingere per essere più veloce di chi ti sta accanto. E forse nessuno tra gli studenti dell’istituto comprensivo “Pitocco” di Castelnuovo di Porto che oggi affollavano la sala consiliare del municipio, salirà mai su una superbike, una di quelle moto che tra le mani di piloti come Michel sembrano sfuggire ad ogni regola gravitazionale. Ma l’attualità irrompe con la sua cronaca di lutto, e allora domande e spiegazioni sono inevitabili. “Doriano Romboni era un mio amico, come ogni altro pilota della mia categoria. Non siamo in tanti nel mondo e ci conosciamo tutti. Quando succedono queste disgrazie, perché di disgrazie si tratta, siamo tutti coinvolti”. E la paura? “Esiste solo al di fuori della pista, quando metto il casco non ci penso più.” E la sicurezza? “Sta sempre al primo posto per ognuno di noi. Nonostante questo, a volte accede quello che è accaduto sabato scorso a Latina.” Il motociclismo, per quanto rischioso, non si può considerare uno sport estremo, proprio per la cura con cui affrontiamo ogni aspetto inerente alla salvaguardia della persona. Come le cadute? “No, non ci alleniamo per cadere, anche perché ogni volta si cade in maniera diversa.” E a te è mai successo? “Certo, anche di correre con una clavicola rotta a causa di un contatto con un altro pilota, ma in qual momento non ho sentito dolore e ho portato a termine la gara.” Uno sport comunque per cuori forti, dove il doping non trova spazio: “l’adrenalina in pista è tutta naturale”. Non ha scelto il calcio, il castellano Michel Fabrizio, come i ragazzi della sua età e come forse sarebbe piaciuto a suo padre, tifoso di Platinì al punto di battezzarlo con il nome del campione bianconero, ma è stato piuttosto il rombo dei motori ad attrarlo fin da piccolo. Per lui, oltre 210 GP disputati con 4 vittorie e un terzo posto nella classifica del 2009, si è trattato di una scelta inseguita con caparbietà, che lo ha portato a girare il mondo: “studiate le lingue, e imparate a organizzarvi per mettere insieme scuola e sport, perché è possibile, e sulla strada, prima di tutto il rispetto del codice.”
Tre squadre romane nel campionato d’Eccellenza vuol dire tre derby nel corso della stagione e una maggiore attenzione da parte dei media. Una situazione privilegiata, che per il momento non sembra però tradursi in quella spinta dal basso di cui il movimento della palla ovale avrebbe bisogno per superare l’estemporaneità del grande evento, il grande palcoscenico del Sei Nazioni. Portare il rugby nelle scuole (ma anche nelle carceri, come è stato per “Progetto Uomo” tra i minori di Casal del Marmo), è una delle ricette che Claudio Tinari propone da anni, e per questo considera il progetto dei Valori nello Sport come uno straordinario veicolo di promozione. Una vita nell’Unione Capitolina, una delle tre compagini di cui si parlava all’inizio (le altre due sono la Lazio Rugby e le Fiamme Oro), colui che è stato definito uno dei più forti trequartisti azzurri di tutti i tempi, prima dell’infortunio subìto nel momento clou della carriera, è oggi un dirigente tra i più avveduti ed esperti. Sabato prossimo il XV dell’Unione affronterà la Lazio e oggi Tinari ha invitato i ragazzi dell’Istituto Comprensivo Statale di Manziana ad assistere alla stracittadina in programma al campo di via Flaminia. Educare all’agonismo attraverso la trasmissione di sani principi: spirito di squadra, crescita individuale e tanto impegno sono i precetti sui quali si basa la filosofia del rugby, che tra gli sport di squadra è stato il primo a concretizzare il rispetto e l’amicizia per l’avversario attraverso il terzo tempo, e “andare in meta” è ormai entrato nel linguaggio comune come espressione per significare il raggiungimento di un obiettivo. Qualcuno chiede se sia indispensabile possedere un fisico alla Castrogiovanni per eccellere nella palla ovale, ma è chiaro che si tratta di un esempio limite. Velocità, strategia, visione di gioco sono altrettanto importanti. Certo, anche la coreografia ha la sua importanza, eccome. Per questo anche un gentleman come Claudio Tinari, dalle maniere sobrie ed eleganti, quando gli viene chiesto di esibirsi nell’ormai strafamosa haka maori, non si tira certo indietro. D’altra parte lui può dire di averla vista da vicino, il giorno che affrontò gli All Blaks con la nazionale azzurra di Villepreux, e quelli sono spettacoli che non si dimenticano. (nella foto, la festa della Capitolina alla fine del campionato scorso per la promozione in Eccellenza)
Dopo la parentesi di Emozione Olimpico, che ha fatto registrare la partecipazione di quasi 5400 ragazzi provenienti dalle scuole medie di tutto il Lazio, sono ripartiti a ritmo serrato gli incontri dei Valori nello Sport. Il progetto che il presidente del Coni Lazio Riccardo Viola ha voluto riprendere, ampliandolo, dall’esperienza maturata durante la gestione del Comitato Provinciale, ha segnato un piccolo record grazie al coinvolgimento in maniera massiccia di federazioni sportive e istituzioni, presenti a ogni incontro. Il mese di novembre si è chiuso con un gradito ritorno, quello di Laura Coccia, ex atleta paralimpica, oggi deputata democratica in prima linea per la difesa del diritto allo sport, soprattutto tra i più giovani e le persone emarginate. Testimonial della prima ora dei “Valori”, nonostante gli impegni parlamentari Laura ha voluto partecipare all’incontro con gli alunni dell’IC Palombini di Roma. Ha giocato “in casa”, invece, il campione olimpico di Londra Valerio Aspromonte, ospite d’onore all’IC San Nilo di Grottaferrata, solo pochi chilometri di distanza dalla palestra di Frascati dove sta preparando la stagione di Coppa del mondo. Claudia Corsini (pentathlon), Gennaro Cirillo (canoa), Joel Despaigne (pallavolo), Emanuele Bernasconi e Valerio Vallifuoco (tiro a volo), sono stati i protagonisti degli altri appuntamenti della settimana appena conclusa.
Canottaggio, rugby, basket in carrozzina, motociclismo, pallacanestro e hockey saranno in cattedra da oggi a venerdi con Massimiliano Rocchi (IC Gramsci di Roma); martedi 3: Claudio Tinari (IC Manziana); Andrea Pellegrini (IC Salvo d’Acquisto di Cerveteri); mercoledi 4: Fabrizio Michel (IC Pitocco di Castelnuovo di Porto); giovedi 5: Enrico Gilardi (IC Via Bagnera di Roma); venerdi 6: Andrea Corsi (IC De Finetti di Roma). nella foto. Emanuele Bernasconi con gli alunni dell'IC Mameli