Ormai ci siamo. A quindici giorni dall’apertura dei XXXI Giochi Olimpici, la squadra degli atleti romani in azzurro sarà ancora una volta la più numerosa. Roma Caput Giochi, come a Londra 2012, e come a Pechino nel 2008, anche se rispetto ad allora la rappresentativa in partenza dalla capitale, complessivamente, risulta leggermente dimagrita per l’assenza delle squadre di calcio e basket. Nonostante questo, grazie ai suoi 32 atleti, la provincia di Roma è di gran lunga la più rappresentata, seguita da Genova e Padova (9), che precedono Milano e Torino (8). La Lombardia mantiene il primato a livello regionale con 42 atleti, davanti al Lazio che ne schiera 37.
Ventinove sono gli azzurri nati sotto il Cupolone (due in più di Londra), mentre 3 (erano 5 quattro anni fa) arrivano dai comuni di Frascati, Civitavecchia e Velletri.
Ci sono le conferme di Londra; dall’atletica all’equitazione, dalla ginnastica ritmica al judo dalla pallavolo alla vela. Oltre a queste, anche altre discipline schierano “veterani” olimpici, e parliamo di nuoto, pallanuoto e tuffi. In definitiva, sui trentasette che faranno parte della comitiva, in diciassette hanno già respirato l’atmosfera a cinque cerchi.
Si tratta di una pattuglia guidata dal triplista Fabrizio Donato, originario di Latina, che compirà gli anni proprio in Brasile ed è alla quinta partecipazione di fila. A seguire troviamo l’appuntato scelto Stefano Brecciaroli, impegnato nel completo di equitazione, la capitana del Setterosa Tania Di Mario e la velista Giulia Conti, tutti romani e tutti con quattro presenze all’attivo. Martina Centofanti, ginnastica ritmica, figlia dell’ex calciatore Felice, con i suoi 18 anni sarà invece la più giovane della compagnia a indossare la maglia azzurra.
Qualcuno tra loro ha già vissuto l’emozione di salire sul podio: Di Mario (oro Atene 2004); Niccolò Gitto e Romano Battisti (argento Londra 2012); Donato (bronzo Londra 2012). Complessivamente le medaglie portate a casa dagli atleti del Lazio nella passata edizione dei Giochi sono state 6 (2 oro, 2 argento e 2 bronzo).
Rispetto a Londra la nostra regione ha perso il badminton, la ginnastica artistica e soprattutto la scherma, con il suo tradizionale serbatoio di allori, aggiungendo però alla lista nuoto sincronizzato, pugilato, tennis e tiro con l’arco.
In attesa di conoscere l’entità della rappresentativa paralimpica, il Lazio è pronto a schierare all’ombra del Corcovado la sua legione di atleti in 17 discipline, con una percentuale femminile che scende al 39% rispetto a Londra, dove era il 46%.
Diciotto di loro provengono da gruppi sportivi militari, con una supremazia delle Fiamme Gialle (7), seguite da Esercito (3), Carabinieri, FF.OO e Fiamme Azzurre (2) Chiudono il gruppo Aeronautica e Forestale con un atleta ciascuno.
Atleti del Lazio a Rio 2016:
ATLETICA – 20 km, marcia: Marco De Luca (Roma); triplo: Fabrizio Donato (Latina); staffetta 4x100: Maria Benedicta Chigbolu (Roma); asta: Sonia Malavisi (Roma)
BEACH VOLLEY - Daniele Lupo (Roma)
CANOTTAGGIO - Due senza senior uomini: -Vincenzo Capelli (Roma); Doppio senior: Romano Battisti (Priverno); Quattro senza senior: Matteo Lodo (Terracina),
EQUITAZIONE - Completo: Stefano Brecciaroli (Roma) su Apollo Vd Wendi Kurt Hoeve, Pietro Roman (Roma) su Castlewoods Jake; Luca Roman (Roma) su Barraduff
GINNASTICA – Ritmica : Martina Centofanti (Roma)
JUDO – Cat. 52 kg. Odette Giuffrida (Roma)
NUOTO -100 dorso uomini:4x200 uomini: Alex Di Giorgio (Roma); 200 e 400 uomini: Andrea Mitchell D’Arrigo (Roma); 50 sl donne: Erika Ferraioli (Roma); 50 farfalla/sl donne: Silvia Di Pietro (Roma)
NUOTO SINCRONIZZATO: Manila Flamini (Velletri)
PALLANUOTO F.: Federica Radicchi (Roma); Tania Di Mario (Roma)
PALLANUOTO M.: Niccolò Gitto (Roma); Nicholas Presciutti (Roma); Marco Del Lungo (Tarquinia)
PALLAVOLO M.: Salvatore Rossini (Formia)
PENTATHLON: Riccardo De Luca, Claudia Cesarini, Pierpaolo Petroni (Roma)
PUGILATO – Guido Vianello (Roma)
TENNIS – Paolo Lorenzi (Roma)
TIRO CON L'ARCO - Italia uomini (David Pasqualucci – Frascati)
TUFFI - Trampolino 3 metri uomini: Andrea Chiarabini (Roma), Trampolino 3 metri donne: Maria Marconi (Roma)
VELA - RS:X uomini: Mattia Camboni (Civitavecchia); RS:X donne: Flavia Tartaglini (Roma); 49erFX donne: Giulia Conti (Roma); 470 donne: Alice Sinno (Roma), Elena Berto (Roma)
“Di Sydney ricordo ben poco. Quella la definisco l’olimpiade dell’incoscienza. Nessuno si aspettava un mio exploit. Avrei potuto sfruttare l’occasione, che per molti atleti non arriva mai o arriva molto più tardi, per crescere e trarre esperienza. Ma avevo solo 16 anni.” Oggi Maria Marconi è un’atleta che alla soglia dei 32 anni non deve dimostrare più niente a nessuno, ha fatto pace con un passato segnato da grandi sofferenze e si appresta a vivere come un regalo questa terza partecipazione ai Giochi. “Un traguardo impensabile solo tre anni fa. Londra 2012 l’ho vista da casa, tormentata dai dolori alla schiena provocati da una lesione al nervo femorale, anche se ancora non lo sapevo e il futuro mi appariva come un grande punto interrogativo.”
La rinascita della tuffatrice romana, che da anni è al fianco del CONI Lazio nel progetto “I Giovani incontrano i Campioni”, itinerante nelle scuole della regione, parte proprio da lì. “Una volta guarita mi è tornata anche la voglia di gareggiare, guardare avanti. Ho riscoperto la passione, ma stavolta senza pressioni.”
Rio è il frutto di questa nuova filosofia, che Maria ha adottato dopo che la vita le ha messo di fronte una serie di ostacoli che avrebbero scoraggiato in molti. “Una gamba rotta mi ha fatto saltare Atene nel 2004. A Pechino, nel 2008, avevo raggiunto la maturità necessaria per capire, e capire aiuta a crescere. Poi il buio improvviso, fino all’intervento per correggere la tachicardia nel 2010.” Una carriera con molte ripartenze, successi importanti e una buona dose di sfortuna manifestatasi in una serie di quarti posti difficili da digerire.
L’ultimo sussulto al Gran Prix di Bolzano qualche giorno fa. “Niente di grave. Ogni tanto la schiena si fa sentire, ma sono solo fastidi. Il lavoro che sto portando avanti dal 2013 con i medici e i fisioterapisti del centro Atlas mi ha fatto rinascere e dato fiducia.” Come ti presenterai sul trampolino del Lank Centre il 12 agosto? “Affrontando un tuffo alla volta, a partire dalle eliminatorie. Può sembrare presuntuoso, ma ora non penso alle avversarie, piuttosto alla temperatura che troveremo. In questi giorni la massima è 26 gradi. La piscina è all’aperto e noi entriamo e usciamo dall’acqua. Una condizione nella quale è facile prendere freddo, anche in Brasile.” Nessuna pressione? “Quella del momento, certo. Ma oggi ho imparato a gestirla. Sono in grado di mettermi nella condizione migliore per fare bene. Ci sono arrivata anche grazie al percorso fatto con lo psicologo che segue la squadra. In passato ho perso delle gare per un approccio sbagliato, ma ora sono consapevole degli errori compiuti e pronta a trarne forza in questa avventura.”
Maria si sta recando a Rejka, in Croazia, per il collegiale con la squadra azzurra in partenza per Rio e il pensiero corre per un momento agli affetti lasciati alle spalle. “Roma e Teseo, i miei amati labrador, so già che mi mancheranno molto. Insieme al mio fidanzato, naturalmente, ma non chiedermi di fare una classifica.” Suggerimenti dai tuoi fratelli Nicola e Tommaso? “Solo tenere alta la bandiera dei Marconi. Per loro oramai sono Highlander (ride, ndr).” Questa olimpiade rischia di essere terremotata dall’esclusione della Russia. “Se le cose stanno come sembra, mi sembra una decisione giusta. Chiunque può incorrere in un doping causato da un farmaco preso per errore, ma qui si parla di un’organizzazione minuziosa, che va dalla somministrazione alla contraffazione delle prove; qualcosa di terribile che macchia tutto lo sport. A mio avviso, credo che chi lo ha fatto coscientemente una volta, tende a ricadere nella trappola. Mi chiedo solo come si possa sentire quando sale su quel podio e ha gli occhi del mondo addosso.” (nelle foto Maria in azione e con uno dei suoi cani)
Trentacinque medaglie d'oro, 16 d'argento e 19 di bronzo. E' questo il bottino dopo sole due giornate di Trisome games, rassegna iridata riservata agli atleti con sindrome di Down in corso a Firenze. Nicole Orlando, protagonista annunciata della manifestazione, non ha tradito le attese conquistando tre medaglie d'oro, un argento e un bronzo e siglando, tra l'altro, il nuovo record del mondo del salto in lungo triathlon con la misura di 3,29m.
Bene anche la pattuglia degli atleti del Lazio, impegnati nel nuoto e capitanati da Paolo Manauzzi (foto), che ieri ha conquistato l'oro nei 50 farfalla, specialità nella quale detiene il titolo continentale, per poi condurre all'argento la staffetta 4x50 mista. Per il nuotatore pontino anche un bronzo nella 4x100 stile. Pioggia di medaglie anche nel sincro, dove le azzurre provengono quasi tutte dalla nostra regione. Di Feroci, Nicosia e Travia l'oro a squadre, mentre è arrivato un bronzo per la coppia Travia-Feroci e un argento nel singolo con Arianna Sacripanti. Oggi, 19 luglio, giornata di riposo con focus medico scientifico sulla sindrome di Down a palazzo Vecchio. Si riprenderà domani con un fitto programma di gare, tra cui la ginnastica ritmica che vedrà impegnata la romana Daniela Cotogni e il calcio a 5, altra "roccaforte" di atleti del Lazio.
Terzo e ultimo appuntamento prima della pausa estiva con il progetto del CONI Lazio "Lo sport entra nelle carceri". Si è partiti con il quadrangolare di calcio svoltosi a maggio e arbitrato dal fischietto internazionale Paolo Valeri, quindi è stata la volta del triangolare di pallavolo nello scorso mese di giugno. Occasioni che hanno visto le rappresentative interne di Rebibbia, formate da detenuti che nel corso dell’anno sono allenati da tecnici federali che mettono gratuitamente a disposizione tempo e competenze, affrontare squadre di società capitoline provenienti dall'esterno. Grazie a queste società, che hanno fornito il necessario supporto tecnico alla realizzazione dell'iniziativa nata con lo slogan "sport diritto di tutti", il prossimo mercoledì 27 luglio ad essere protagonista sarà il tennis.
Il programma della giornata prevede incontri di doppio e misti, con le coppie "miste" formate dagli ospiti della Casa Circondariale e da giocatori provenienti da fuori. La formula del torneo prevede un torneo Open di doppio con vittoria al quarto game. La squadra esterna, composta da sei giocatori provenienti da due circoli della capitale, è guidata da Vincenzo Santopadre (foto), già componente della squadra azzurra di coppa Davis, che in passato ha ricoperto la centesima posizione nel ranking ATP e da alcuni anni è tra i testimonial del progetto “I Giovani incontrano i Campioni” nelle scuole della regione.
“Scusa, ero in spiaggia. Sono tornata stamattina dal Brasile e devo essermi appisolata, così non ho sentito il telefono”. Neanche la notte trascorsa in aereo e il fuso orario possono tenere Flavia Tartaglini lontana dal suo elemento naturale. Le ultime regate per testare vento e materiali nella baia di Guanabara sono state appena archiviate, e l’ambasciatrice azzurra della tavola a vela è tornata al mare di casa, quello degli inizi, per fare il pieno della serenità necessaria prima di giocarsi al meglio le carte di un’olimpiade rincorsa a lungo. Hai passato molto tempo in Brasile negli ultimi mesi, ti preoccupa più la zika o l’inquinamento?: “Le condizioni del mare sono davvero pessime. Nella baia galleggia di tutto perché ci riversano l’immondizia delle favelas e con 60 centimetri di pinna dislocante puoi raccogliere un’infinità di roba, mentre della zanzara non ho avuto sentore.” Hai potuto testare il vento in ogni condizione?: “Durante l’inverno il migliore è quello che soffia da nord, ma è nelle prime ore del mattino; alle 11 già cala e non si aggancia all’orario delle regate che si dovrebbero svolgere più tardi. In gara troveremo con molta probabilità aria da sud, per lo più brezze leggere e poiché sono previste 3 prove al giorno il rischio è che cali il buio prima di finire. Ma, anche se dovesse succedere, l’organizzazione ha previsto recuperi in altre date.” Chi sarà favorito con queste condizioni meteo?: “La cinese Peina Chen ha vinto un campionato del mondo con i venti leggeri. Detto questo, ci sono sette, otto atlete che se la giocheranno alla pari, e tra queste anche l’italiana.”
L’italiana in questione è una ragazza di 31 anni alla sua prima esperienza olimpica, ma con una solida esperienza nella tavola a vela. Occupa il quarto posto nel ranking ISAF (in passato ne ha ricoperto anche la prima posizione), e da quattro anni viaggia per i mari di tutto il mondo con il solo obiettivo di salire sul podio di Rio. E’ naturalmente ottimista, ma soprattutto tenace e competitiva (“non mi piace perdere neanche a tressette”). Deve la sua passione per lo sport alla famiglia (“non smetterò mai di ringraziare i miei genitori. Da loro ho avuto sempre incitamenti, anche nei momenti più duri”), ma ha scoperto il windsurf già grande (“avevo 15 anni quando entrai alla Lega navale di Ostia, che conoscevo in quanto da piccola, essendo di casa a Casalpalocco, l’avevo frequentata praticando la vela nella classe Optimist”). In pratica un ritorno al primo amore, dopo avere spaziato tra pentathlon e scherma. “Un amore immediato e una scelta di vita che ha avuto essenzialmente due padri: uno è Paolo Ghione, tecnico FIV delle Giovanili; e poi Luca De Pedrini (ex dt, allenatore di Alessandra Sensini), che ha seguito la mia crescita professionale. Senza dimenticare le Fiamme Gialle, il mio gruppo sportivo.” Corri con il numero 46. E’ un riferimento al “dottor” Rossi?: “Solo un caso. Quando ho scoperto che è lo stesso di Valentino, ho iniziato a seguirlo e a stimarlo per la sua grande determinazione. Finora mi ha portato fortuna.” Passi tre quarti del tuo tempo lontana da casa. Cosa ti manca di più?: “A costo di essere banale, il cibo. E poi la grande bellezza di Roma.” Una vita da pendolare che non ti ha impedito di studiare: “Si, ma non come avrei voluto. Il liceo classico spezzettato tra Roma e Ostia e poi la laurea in Scienze della comunicazione, presa quasi per corrispondenza. Bella, ma mi è mancata la frequenza, il contatto con gli altri studenti.” Una città per vivere le tue passioni: “In Europa, Lisbona. Sole, mare e vento. Un mix di ingredienti perfetto. Più lontano, Sydney. La baia più bella del mondo.” Cosa farai da settembre? “Dedicherò più tempo a me stessa. Forse riprenderò gli studi; magari un master. Ma prima c’è un’olimpiade da vincere.” (segui gli Azzurri su @azzurrovela)