Giornata speciale per gli alunni dell'istituto "Fontanile Anagnino" di Morena, che hanno ricevuto stamattina la visita di due campioni del calibro di Sebino Nela e Felice Pulici. Nell'ambito dell'iniziativa promossa dal CONI Lazio e dal presidente Viola denominata "Derby è Amicizia", la scuola della periferia sud della capitale ha ospitato il secondo tempo, dopo quello di lunedi scorso all'I.C. Marta Russo di Trigoria, di un incontro patrocinato dal Corriere dello Sport, presente con i giornalisti Francesca Fanelli e Fabio Massimo Splendore, che ha avuto come filo conduttore il fair play e i valori che fanno dello sport un elemento di crescita importantissimo per i giovani.
"Siamo tornati in questo Istituto da dove eravamo partiti quasi 10 anni fa con il progetto, allora sperimentale, di alimentare la cultura sportiva dei giovani organizzando incontri con i campioni di ogni disciplina sportiva - ha ricordato Riccardo Viola nel suo intervento - oggi lo abbiamo esteso a tutta la regione e siamo a quota 190 scuole nel corso di questo anno scolastico. Quel giorno venimmo con Dino Zoff, oggi siamo qui con Pulici; e voi che ora sedete tra i banchi nel 2024 magari sarete, chissà, protagonisti di un'Olimpiade che potrebbe anche svolgersi in questa città".
Per Sebino Nela, pedina insostituibile della difesa della Roma di Liedohlm, lo sport riassume una serie di intendimenti e azioni quali il rispetto delle regole, il raggiungimento degli obiettivi, il sacrificio, la capacità di vincere o perdere, perchè è quello che succede nella vita di ogni giorno. "Indispensabile amalgama di questi ingredienti - ha spiegato ai ragazzi che affollavano il teatro "Franca Colantuoni" - è la voglia di lottare. La determinazione appresa nel corso della mia carriera di sportivo, aiuta a superare i brutti momenti, com'e' stato nel caso della mia malattia". Moltissime le domande che gli studenti avevano preparato. Il cruccio più grande? "Aver interrotto gli studi." Il momento più nero? "L'incidente al ginocchio che mi ha tenuto più di un anno lontano dal campo di gioco." Il primo gol in giallorosso? "A 20 anni in un Catanzaro-Roma, ma non fu certo memorabile. Meglio quello nel derby del 1983." Hai sempre voluto fare il calciatore? "No, da ragazzo sognavo di volare, di fare lo steward." E poi ancora l'amore per la maglia ("ricordate, il senso di appartenenza è fondamentale"), lo scetticismo per alcuni aspetti contraddittori del calcio moderno ("tanti soldi hanno cambiato profondamente questo sport") e per i messaggi che lancia alle giovani generazioni ("l'impatto mediatico così forte mette i giocatori costantemente in vetrina, e non sempre sono un buon esempio").
Nel suo intervento, Felice Pulici ha scelto il filo conduttore dell'appartenenza ("a una squadra, alla famiglia, alla scuola"), e della gratitudine ("eterna riconoscenza per l'uomo Maestrelli, partigiano e maestro di vita"). L'ex biancoceleste, con le sue doti di grande comunicatore, ha catturato la platea parlando della libertà come uno dei valori fondamentali dello sport e ricordando l'esempio e la forza di una giovane ginnasta di 14 anni, che più di 40 anni fa stupì il mondo conquistando il primo 10 della storia e si ribellò all'autoritarismo dei suoi governanti. "Era la Romania di Ceausescu, cercatela in rete, documentatevi". Ma cos'è per te lo sport? "Imparare ad essere responsabili di se stessi". Qual è il compito di un portiere? "Leggere nella mente dell'attaccante un secondo prima che decida da che parte tirare." Quando hai deciso di smettere? " Dopo aver preso un gol da calcio d'angolo. Ma non ho mai pensato di fare l'allenatore come molti miei colleghi. Non mi è mai piaciuto. Piuttosto preferisco andare a veder giocare i giovani. Così ho scoperto Di Vaio."
E, alla fine, l'esortazione dei due campioni: "Ponetevi degli obiettivi, traete forza dalle delusioni e soprattutto non mollate. Mai."
“Lo sport come linguaggio universale di pace e fratellanza. Terreno di condivisione oltre ogni rivalità, di unione al di là di ogni diversità.” Introdotto dalle parole del presidente del Coni Giovanni Malagò, che accompagnano l’iniziativa del CONI Lazio, patrocinata dal Corriere dello Sport, si disputerà domani alle 10 il secondo tempo di “Derby è Amicizia” all’I.C. “Fontanile Anagnino”, appuntamento che arriva a pochi giorni di distanza da quello svoltosi all’I.C. “Marta Russo” lunedì scorso. In campo, pardon, tra i banchi della scuola media del VII municipio, Felice Pulici (ex Lazio) e Sebino Nela (ex Roma), protagonisti di tante sfide sul prato dell’Olimpico, torneranno nella veste di relatori per confrontarsi con gli studenti a pochi giorni dalla partita che vedrà Lazio e Roma di fronte per il primato cittadino e per un posto in Champions League. Riportare lo scontro alla sana rivalità e riscoprire il fascino autentico dello sport più amato, riconsegnando ai più giovani un messaggio d’integrità e valori. E’ l’augurio che i due campioni del passato vogliono lanciare in nome di un fair play che vuol essere modello di vita, ricordando sempre che la cosa più bella del calcio è il gioco del calcio.
Saranno ben 43 le coppie in gara nei Campionati Europei Latin della Professional Division, in programma ad Olomouc il prossimo 23 maggio. Come di consueto quattro gli atleti azzurri che avranno l'opportunità di rappresentare la FIDS in questa trasferta nella Repubblica Ceca, che si preannuncia agguerritissima. Daniele Sargenti e Uliana Fomenko, Vice Campioni italiani PD agli Assoluti di Rimini e quarti nella ranking mondiale, che rappresentano i colori del Lazio, non nascondono la loro emozione per l'imminente trasferta, nonostante la loro rodatissima esperienza nelle competizioni internazionali: “ Negli ultimi tre anni in questi Europei, siamo sempre riusciti a conquistare un posto in finale, ci auguriamo quindi di confermare se non migliorare questo risultato”. Daniele e Uliana, ovviamente saranno affiancati dai Campioni italiani PD Latin in carica, Saverio Loria e Zeudi Zanetti. I due atleti che fanno coppia dal 2007, arriveranno ad Olomouc forti del Bronzo conquistato al Mondiale di Ostrava nel 2013 e cercheranno di strappare anche questa volta un posto in finale, rappresentando al meglio la Danza Sportiva italiana.
Con la vittoria nella doppia sfida con Cantù, il Santa Lucia Basket domenica scorsa, coronando una stagione ricca di soddisfazioni, ha conquistato il 21° scudetto della sua storia. Dopo Supercoppa e Coppa Italia, questo è il terzo trofeo che la squadra allenata da Carlo Di Giusto mette in bacheca nel 2015. Il successo dei gialloblù al Pianella di Cucciago è stato netto (72-52), a conferma della superiorità dimostrata dai romani negli ultimi scontri diretti con i brianzoli (5-0); ma l’aspetto nuovo, che ha caratterizzato la sfida, è stata senza dubbio l’incredibile cornice di pubblico, quasi 4.000 spettatori, che rappresenta un record per una gara al chiuso di uno sport paralimpico. “Devo dare atto alla Briantea che ha fatto un ottimo lavoro di marketing nell’organizzare la gara, a partire dalle scuole. Ma non sono stupito, a Cantù ho trascorso quattro anni e conosco bene sia la società che la gente, abituata a mangiare basket.” Inizia con i complimenti agli sconfitti il colloquio con Matteo Cavagnini, 40 anni dei quali gli ultimi sette trascorsi nella Capitale come capitano del Santa Lucia e della Nazionale. “Da ragazzo, a Brescia, giocavo a calcio e il mio sogno era diventare… Roberto Baggio. Oggi, a distanza di tanti anni, posso dire che questo sogno l’ho quasi realizzato, in un altro sport.” Del pallone a spicchi si è innamorato subito: “La cosa che più mi affascina è che un elemento come la forza, determinante in molte discipline, non è in cima alla lista della mia pallacanestro, dove intelligenza e tattica sono molto più decisivi.” Questo spiega la possibilità offerta dal regolamento di schierare anche delle donne? “ Noi ne abbiamo tre nel gruppo, ma si tratta solo in parte di una scelta tecnica. Altri club, come ad esempio la Briantea, hanno deciso di non seguire questa strada, ma qui è diverso. Lo sport elemento di riabilitazione, fisica e mentale, oltre che strumento per velocizzare i tempi di recupero, è la pietra angolare sulla quale poggia la filosofia e la pratica della Fondazione Santa Lucia. Al di là dei risultati sportivi, che sono sotto gli occhi di tutti, la ritengo un’opzione vincente. Senza contare che se non avessi avuto al mio fianco Laura (Morato, ndr), certo non avrei messo a segno 26 punti diventando MVP della finale.” A dispetto della spettacolarizzazione dell’evento e di una fisicità controllata, una partita di basket in carrozzina sembra quasi una sfida a scacchi, dove la disabilità di ognuno viene sommata fino a raggiungere una quota massima, e dove l’abbattimento dell’handicap femminile è diverso da quello maschile: “E’ la trovata geniale di una disciplina che in questa maniera non lascia fuori nessuno – rimarca il concetto Matteo – perché, nel corso di una gara, chiunque può servire per compensare gli equilibri in campo. Una soluzione che è stata la carta vincente del Santa Lucia domenica scorsa.” L’attaccamento alla maglia del capitano è un altro elemento che traspare più volte. “Roma è straordinaria e ritengo la FSL un polo di eccellenza italiano e forse europeo. Per questo quando si parla del futuro di questa società, cerco sempre di pensare positivo, pur senza dimenticare i problemi che assillano questa istituzione, come tante altre nel nostro Paese. La politica dovrebbe cercare di capirne l’importanza e salvaguardarla perché alla fine si tratta di un bene comune.” Una raccomandazione finale: “Siamo in pieno “clima derby”, e stavolta il calcio potrebbe dare una mano anche a noi, alla visibilità di una società vincente e troppo spesso ignorata. Sarebbe bellissimo poter esporre i nostri tre trofei stagionali, il nostro triplete all’Olimpico, in occasione della partita.” (la foto è tratta dal sito del Basket Santa Lucia)
«E’ un vero piacere trovarmi qui, nella casa del Vi.Va. calcio, un club che ha unito le forze di due paesi vicini, Vallerano e Vignanello, in un momento in cui altre identità puntano a dividersi, dando vita a società sportive più piccole». E’ quanto ha dichiarato a margine della svelatura della targa dedicata a Patrizia Potenza il presidente del Coni Lazio Riccardo Viola, che ha vissuto insieme al suo staff una giornata di sport forse diversa dai consueti stereotipi ma certamente unica nel suo essere. Perché da lo stadio “Comunale” di Vignanello avrà una tribuna intitolata alla signora Patrizia Potenza, scomparsa ad appena 45 anni, e una targa apposta all’ingresso degli spalti ricorderà per sempre chi non c’è più complice il male del secolo, un cancro. «Ricordiamo una persona cara alla comunità locale» ha dichiarato dal canto suo il sindaco di Vignanello Vincenzo Grasselli, mentre Angelo Pacelli, assessore al bilancio di Vallerano, ha descritto la sua emozione spiegando che al posto della targa avrebbe preferito vedere Patrizia Potenza sulle gradinate dello stadio vignanellese. La targa, coperta fino a un attimo prima da una bandiera del Vi.Va. calcio, ha rappresentato il momento più toccante della giornata di sport vissuta sotto l’egida del Coni Lazio, del Vi.Va. calcio e delle istituzioni locali, che già nell’arco della mattinata si erano confrontate con gli studenti delle scuole medie di Vallerano, Vignanello e Canepina e con quelli delle prime due classi superiori del liceo artistico di Vignnello su tempi fondamentali per lo sport, fra questi la lotta al doping e il rispetto delle regole.
Nel pomeriggio, oltre alla intitolazione della tribuna a Patrizia Potenza, sono stati premiati vincitori e vinti del memorial Potenza e tre simboli del volontariato nel rapporto con il Vi.Va. calcio: il giornalista Nicola Piermartini, il webmaster Federico De Alessandris e la Sportconsult. Presenti al d-day del Vi.Va. calcio anche il presidente Aiac di Viterbo Otello Settimi, accompagnato dal consigliere Massimo Zucchi, il presidente dell’Assoallenatori Lazio Sergio Roticiani e gli allenatori del Vi.Va. calcio, dalla prima squadra ai primi calci. Nell’ordine Gianni Patrizi (prima squadra), Stefano Costantini (juniores), Marco Feriozzi (allievi), Sandro Cioccolini (giovanissimi), Marco Fornicoli (esordienti), Alessandro Mastrangeli (pulcini), Enrico Mastrangeli (pulcini), Emiliano Morelli (pulcini), Marco Manfredi (primi calci), Giancarlo Ceccarelli e Franco Chiricozzi (responsabile del settore giovanile).