I funerali di Stefano Simoncelli e Pietro Mennea hanno segnato tristemente questo primo fine settimana di primavera. I due, distantissimi tra loro in quanto a storia ed esperienze personali, si sono ritrovati accomunati nell’affrontare l’ultima sfida cosi come avevano deciso di vivere, con coraggio e riservatezza, lontano dal clamore o da facili commiserazioni, seguendo un’idea luterana del lavoro, e più in generale, del compito che si erano scelti o che il corso della vita gli aveva assegnato. Un esempio semplice e luminoso, che dovrebbe essere trasmesso nelle scuole come insegnamento e rispetto della propria vita e dei principi che la governano, come antidoto potente a violenza, razzismo e più in generale a un intolleranza con radici profonde e ramificate nella società.
Combattere questa intolleranza è uno degli obiettivi di chi, nel mondo dello sport, si adopera per una promozione e una diffusione a tutti i livelli. Una promozione che passa inevitabilmente attraverso l’offerta di cui i cittadini possono disporre a livello impiantistico, come si è discusso nell’ambito del convegno “Futuro dello sport e dell’impiantistica sportiva nei Castelli romani”, che venerdì mattina ha visto riuniti nella Sala Bodoni di Grottaferrata istituzioni locali, società sportive e il Coni Lazio con il presidente Riccardo Viola.
Sabato 23, su invito del vicepresidente del Coni Lazio Umberto Soldatelli, il presidente Viola ha preso parte al X Congresso dell’US Acli Lazio “L’unione fa lo sport: partecipazione e integrazione per la socialità”, che aveva al centro dei lavori la pluralità e l’eterogeneità di un universo, quello sportivo, che cerca con fatica di conciliare una quantità di esigenze e caratteristiche affatto simili. (foto: i ragazzi della casa-famiglia “Fiore nel Deserto” prima della partenza della Stracittadina di domenica 17 marzo)
Questa poesia, scritta da Pietro Mennea, è stata letta nel corso delle esequie del campione barlettano celebrate nella chiesa di Santa Sabina, all'Aventino, dal suo amico fraterno Ferdinando Imposimato.
LIBERTA'
Quando ho iniziato a
prendere coscienza,
ho sentito il bisogno di
conoscerti;
quando ho cominciato
a capire, ho provato
a immaginarti;
quando ho iniziato a
sognare, ti ho
desiderato;
quando ho iniziato a
realizzarmi, sei
diventata la mia guida;
quando ho provato a
volare, l’ho fato per
raggiungerti;
quando ho provato a
fermarmi, sei stata la
mia stella;
quando diventerò
vecchio, ti chiedo solo
di non abbandonarmi;
quando non ci sarò più
sarai sempre con me.
Da Giovanna Trillini a Emanuela Audisio, da Patrizia Prestipino a Bruna Rossi, il Panathlon Club di Roma dal 1990 premia il mondo dello sport al femminile. Che si tratti di atlete di alto livello, giornaliste che ne narrano le gesta, politiche che si spendono per la sua promozione o ricercatrici dei reconditi sentieri del sé, non importa tanto il campo d’interesse specifico delle protagoniste, piuttosto il filo conduttore del Premio “DonnaSport” è il riconoscimento alla loro determinazione, alla professionalità e all’intelligenza con cui riescono a farsi largo in un universo organizzato “ a misura d’uomo”. L’edizione 2012 assegnerà il premio ad Antonella Flori, giudice arbitro internazionale di tennistavolo, Rosalba Forciniti, bronzo olimpico di judo a Londra 2012, Monica Coladonato, tecnico di Special Olympics e al segretario del Coni Lazio Stefania Lella per i progetti sul ruolo femminile nello sport portati avanti nell’ambito dello IUSM.
Aveva compiuto 66 anni lo scorso 12 novembre e l’intera Scherma Frascati gli aveva fatto festa. Lui che aveva iniziato la sua carriera di fiorettista tra quelle mura e una volta terminata, aveva messo la sua esperienza al servizio della società castellana, che poi è anche una scuola di vita che poi è soprattutto una famiglia. La sua, di famiglia, Stefano Simoncelli l’aveva tirata su proprio lì, sulle pedane della palestra intitolata a un altro Simoncelli, suo padre Cesare che per primo negli anni ’50 aveva portato la scherma a Frascati. Una dinasty sportiva, quella dei Simoncelli, che ha contribuito a fare dei Castelli romani un polo di eccellenza di questo sport. I figli Luca e Marta rappresentano l’ultima generazione, già vincente. Da direttore tecnico della società, Stefano Simoncelli ha seguito la crescita e i progressi di tutti i campioni forgiati nella fucina frascatana: da Stefano Barrera a Ilaria Salvatori, da Valerio Aspromonte alla giovane “stella” Camilla Mancini.
Nato a Grottaferrata, dirigente Coni, per anni in Federscherma, i suoi trascorsi in azzurro erano culminati con l’argento a squadre nel fioretto delle olimpiadi di Montreal 1976.
“Grintoso ma corretto” lo ricorda oggi Michele Maffei, lui stesso vicecampione nella sciabola ai Giochi canadesi. “e soprattutto un signore, che faceva della coerenza e della riservatezza le sue cifre stilistiche principali”. Con grinta e riservatezza aveva affrontato anche la malattia, continuando sempre a seguire i suoi ragazzi, per non affrancarsi dalla passione di una vita, per sentirsi vivo. Fino alla fine. (foto Frascati Scherma)
L’ingorgo di avvenimenti sportivi (e non), che ha caratterizzato l’ultimo weekend della capitale, era davvero di quelli a rischio black out, per quanto riguarda traffico e trasporti. Rugby, basket, maratona, Angelus, hockey, e dulcis in fundo, calcio; tutto si è svolto invece regolarmente, offrendo lo spunto piuttosto a imprevedibili e curiose commistioni di genere. Ecco allora sfilare la domenica mattina per le vie del centro storico podisti irlandesi dai cappelli esagerati, in festa per l’amato patrono San Patrizio e già dimentichi della sconfitta della propria nazionale risalente a poche ore prima. Papa Francesco, intanto, a breve distanza, salutava una folla osannante che piazza San Pietro non riusciva a contenere, ripetendo che la Chiesa deve “rimettersi in cammino”. Un’esortazione che in quasi centomila, ieri, hanno deciso di accogliere, romani e non, accorsi in via dei Fori Imperiali. Una festa, come spesso accade in queste occasioni, che non si è esaurita nel breve spazio temporale della maratona, ma è proseguita per tutto il pomeriggio e fino a sera, quando a chiudere la programmazione della tanto temuta giornata è stato il calcio. Nello stesso stadio, dove poco più di 24 ore prima gli azzurri della palla ovale avevano passato l’esame di maturità, superando l’Irlanda ed entrando finalmente nel novero delle Grandi del rugby, Roma e Parma si affrontavano nel posticipo di campionato. Alla fine Roma ha dimostrato ancora una volta le infinite capacità di assorbimento di una città flessibile, storicamente inclusiva e perfino “abituata” a ogni genere d’invasione. Certo, piani di emergenza e vertici istituzionali come quelli messi in campo negli ultimi giorni, restano strumenti indispensabili al buon fine delle cose ma, di fondo, rimane una genetica capacità di accoglienza che fa parte del DNA dei suoi cittadini. Sportivi, sedentari, laici o cristiani che siano.
(foto Maratona di Roma: David Chandler Hill, 30enne di Baltimora, Stati Uniti, ultimo dei 10.679 giunti al traguardo della XIX Maratona di Roma)