Il ricordo di Riccardo Viola della AS Roma di papà Dino, dove stava crescendo un giovane di belle speranze che risponde al nome di Francesco Totti.
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Sembra sempre più probabile un’edizione, se non proprio notturna, quanto meno soggetta a uno spostamento nel pomeriggio. A fronte dell’intronizzazione “altamente probabile” del nuovo papa, prevista proprio per domenica 17 marzo – ha dichiarato il sindaco Alemanno stamattina in conferenza stampa – ci siamo chiesti insieme alla Questura e agli organizzatori se Roma avesse potuto affrontare la doppia sfida. La risposta è stata si. Meglio ridisegnare il tracciato della corsa (nel caso che il papa eletto reciti l'Angelus, ndr) che cambiare la data. Per rispetto ai 14mila appassionati che da molti mesi si sono dati appuntamento in questo giorno.”
Di sicuro si tratterà di un’edizione speciale, che potrebbe godere di una attenzione imprevista e particolare da parte dei media di tutto il mondo, riuniti quel giorno al seguito dei 140 capi di stato e di governo attesi nella Capitale per l’elezione del capo della Chiesa cattolica.
“Se si dovesse correre in notturna - ha dichiarato l'on. Alessandro Cochi, delegato allo sport per Roma Capitale - sarebbe una gara altrettanto suggestiva, visto che riporterebbe alla mente l'impresa di Abebe Bikila nel tramonto olimpico di Roma 1960. Comunque questo è uno degli eventi più importanti della città ed era necessario far si che si svolgesse regolarmente”.
Scorrono sullo schermo le immagini delle precedenti maratone. Un fiume di persone incorniciato nella Storia che il Colosseo e i Fori imperiali narrano al mondo da duemila anni. “Questo è lo spirito di una città a vocazione olimpica – ha sottolineato il presidente del Coni Lazio Riccardo Viola a commento del video – l’emozione che traspare e accompagna un momento importante come la maratona, va convogliato soprattutto verso i giovani e la promozione dello sport. Il connubio tra sport di base e “top event” deve essere nelle nostre corde e di tutti coloro che amano lo sport a 360°. Anche per questo credo sia importante l'impegno che il Coni Lazio sta mettendo in campo per far partecipare a questa edizione alcuni ragazzi della casa famiglia "Fiore nel deserto" e, possibilmente, una piccola rappresentativa proveniente da Rebibbia.”
“Solo l’atletica, tra tutti gli sport, è in grado di mettere insieme migliaia di persone per un rito sportivo e laico che stavolta potrebbe affiancare un altro rito, che nella sua sacralità è atteso da milioni di persone nel mondo”, ha ricordato il vice presidente della Fidal Vincenzo Parrinello. Una concomitanza, aggiungiamo noi, che può vedersi realizzata solo nella città eterna.
Alla maratona di Roma saranno presenti anche 130 atleti paralimpici, e per il presidente del CIP Luca Pancalli si tratta di un importante momento di unione, “una sintesi e una dimensione sportiva che non si svolge in uno spazio circoscritto, ma finisce per appropriarsi di un’intera città”.
Infine il presidente di Roma Maratona Enrico Castrucci ha ricordato la grande macchina organizzativa che sta dietro una manifestazione di questa portata, “l’insieme di forze che si uniscono per il raggiungimento di un risultato comune”. Singoli cittadini, volontari, appassionati. Senza di loro, probabilmente, il sogno non sarebbe possibile. "L'Esercito e i Vigili del Fuoco ci forniranno l'illuminazione necessaria e siamo d'accordo con una decina di impianti sportivi posti lungo il percorso, pronti ad accogliere i runners."
Alla fine le lacrime sono state di gioia. Dimenticato il passato più buio, il brutto infortunio al tendine d’Achille, il faticoso recupero e la tentazione di lasciare l’atletica, per Veronica Borsi, 25enne di Bracciano, gli ostacoli che la vita aveva messo sul suo cammino di giovane promessa dell’atletica azzurra, si sono dissolti quasi per magia sulla pista della Scandinavian Arena. L’atleta delle Fiamme Gialle, partita da outsider, è riuscita a coronare con un bronzo e due primati italiani il debutto azzurro ai campionati europei indoor di Goteborg. La sua progressione, nella gara dei 60 hs., l’ha portata a 5 centesimi dalla vincitrice, la turca Yanit, fermando il cronometro a 7”94, migliorando di due centesimi il tempo fatto registrare in semifinale e cancellando cosi dopo 19 anni il precedente record italiano che apparteneva a un’altra romana, Carla Tuzzi (7”97). Soddisfazione nelle parole di Vincenzo De Luca, uno dei tecnici più esperti nel settore ostacoli, che ha allenato anche la Tuzzi prima di prendere sotto la sua guida, nel 2010, proprio Veronica Borsi. “Carla era più potente muscolarmente, ma Veronica è un’atleta ritrovata con ampi margini di miglioramento. E poi è una vera agonista, caratterialmente molto forte.” Che il ruolo di De Luca vada oltre a quello di un semplice allenatore, è la stessa Borsi a confermarlo al telefono, al termine della seduta mattutina alla Farnesina.
- La prima cosa che hai pensato dopo la finale e il bronzo di Goteborg?
V.B. Ero felice per Vincenzo (De Luca, ndr) che nella sua carriera non aveva mai vinto una medaglia europea. Lui è un vero maestro di vita. Non so dire se si tratti altruismo, ma in quel momento ero grata a lui e alle Fiamme Gialle che avevano creduto in me. Solo dopo ho pensato a me stessa e a quello che avevo fatto.
- Nessuno ci credeva alla vigilia.
V.B. Sono arrivata all’Europeo cercando di fare il massimo. L’obiettivo era entrare in finale, la medaglia non era prevista.
- Neanche il titolo italiano?
V.B. Io dico sempre di procedere “step by step”, e cosi insieme al record è arrivata anche la medaglia, che ha un valore intrinsecamente maggiore.
- Come ti senti ora?
V.B. Molto carica e motivata. So di poter andare veloce. Me ne sono accorta proprio allo starter della finale, quando l’olandese accanto a me è partita in metà del tempo. L’ho vista davanti e mi sono detta “Veronica, adesso devi correre”.
- E cosi è stato. Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
V.B. I 60 hs. mi stanno un po’ stretti, non è la mia distanza preferita. Meglio i 100, dove punto a fare i 12”94 che sono il minimo per andare a Mosca, ai prossimi Mondiali. Una buona occasione potrebbero essere i Giochi del Mediterraneo, chissà.
- Per entrare anche lì in finale?
V.B. Ho detto “step by step”, non anticipiamo i tempi. Intanto una semifinale iridata sarebbe già un ottimo risultato.
Proprio ieri il neo presidente della Fidal Giomi ha sottolineato l’importanza dell’indoor, e il nuovo corso dell’atletica azzurra, tra un ostacolo e l’altro, sta già producendo i primi risultati, con una medaglia che mancava dai tempi di Rita Bottiglieri. E allora..in bocca al lupo Veronica!
Venerdi 1° marzo il presidente del Coni Lazio Riccardo Viola ha incontrato presso la Casa circondariale di Rebibbia, la direzione dell’Istituto di pena e i vertici della Uisp romana che curano l’attività sportiva dei detenuti attraverso l’associazione “Albatros”. Al centro della discussione, le iniziative da portare avanti nel corso dell’anno, come ad esempio quelle legate al fair play e all’insegnamento delle tecniche di calcio e tennis da parte di istruttori federali “L’obiettivo –ha confermato Viola – è quello di incrementare le occasioni già esistenti, per chi vive la realtà carceraria, di praticare attività sportiva.”
Nel pomeriggio Viola si è quindi spostato a Rieti, dove ha presentato al sindaco Simone Petrangeli e all’assessore allo sport Alessandro Mezzetti, il nuovo rappresentante Coni per la provincia Andrea Milardi, mentre per l’ex presidente provinciale del Coni Luciano Pistolesi, si profilerebbe un incarico all’interno della Scuola Regionale dello Sport.
Sabato 2 marzo doppio impegno istituzionale per il vice presidente Umberto Soldatelli, che ha portato il saluto del Coni Lazio al congresso elettivo della Uisp (Unione italiana Sport per Tutti), dove è stato eletto alla guida della sezione regione Natalino Nocera, che già ne ricopriva il ruolo di Commissario. Conferma anche per la presidenza dell’AICS (Associazione italiana Cultura e Sport) del Lazio, dove Raffaele Minichino, patròn di Sportinoro e promotore del torneo di calcio giovanile “Beppe Viola”, è stato eletto per il suo terzo mandato.
La mattina di domenica è stata all’insegna dei grandi eventi. Dalla mezza maratona più partecipata d’Italia, quella Roma-Ostia che ha visto tagliare il traguardo della rotonda sul litorale quasi 10.000 runners, alla Roma Maxima di ciclismo, un giro del Lazio con vista sui Fori Imperiali e sul Colosseo e percorso “classico” con le salite mozzafiato di Rocca Priora.
Nel pomeriggio il presidente Viola è intervenuto poi alla cerimonia di premiazione del I Trofeo Internazionale Roma Roll-Line-Coppa Libertas di pattinaggio artistico a rotelle, svoltosi nell’impianto coperto di via Tito 40 all’Ostiense con la partecipazione di oltre 20 società provenienti da tutta Italia, e rappresentative di Slovenia, Brasile, Portogallo e Spagna con campioni mondiali e europei. (foto: Ufficio stampa Roma-Ostia)
Come fare della Scuola Regionale dello Sport una navicella spaziale in grado di portare scienza, gioco, attività sportiva, iniziative, formazione e promozione in una regione che intende porsi come faro, laboratorio nazionale, nei confronti di una certa idea di sport. Questo il sintesi il senso dell’incontro che ieri ha messo intorno a un tavolo docenti, tecnici, rappresentanti di federazione, enti di promozione e discipline associate, insegnanti, esperti di comunicazione e project manager, tutti riuniti per offrire il proprio contributo al rilancio della SRdS.
“Tra autoriforma ed elezioni, il ritardo accumulato nei confronti dei progetti e delle iniziative nei riguardi della scuola per l’anno in corso, ci mette in condizioni di estrema difficoltà - ha chiarito subito aprendo i lavori il presidente Viola - solo l’Alfabetizzazione motoria è partita, ma a fronte di un investimento di un milione di euro, il ritorno in termini di efficacia, almeno nel Lazio, resta limitato a una percentuale al di sotto del 50% degli istituti primari, e ancor meno per quanto riguarda i bambini coinvolti”. Servono idee da mettere in campo subito, e per il neo presidente regionale del Coni Lazio, una praticabile potrebbe essere quella di fornire alle scuole la consulenza di un esperto, laureato Isef, che abbia un ruolo formativo nei confronti degli insegnanti e che al tempo stesso sia di raccordo tra lo sport a scuola e quello dell’associazionismo e delle federazioni.
Se per Sergio Mignardi, proveniente da un’esperienza di anni alla SRdS, la sofferenza di questo genere di istituzione è “generale” e va affrontata con una pianificazione non solo delle risorse disponibili, ma serve una distribuzione attenta dei compiti e delle responsabilità, per il coordinatore tecnico dell’ex Comitato Provinciale Roberto Tasciotti, quello che va recuperato è “il ruolo egemone” della SRdS nei confronti di tutto il mondo dello sport. Ente di formazione multidisciplinare “a tutti i livelli”, che sappia dialogare con tutti e che si ponga alla fine come “una via italiana allo sport”. Un’idea non lontana, alla fine, da quella di “laboratorio” espressa anche dal presidente Viola, che per questo vorrebbe un approccio quanto mai aperto alla questione. Per Attilio Lombardozzi, docente e tecnico della FPI, la parte promozionale potrebbe tradursi nella fornitura di know-how ai professori di educazione fisica anche attraverso home clinics secondo un modello in voga oltreoceano. Rosalba Marchetti, forte di un’esperienza maturata nella scuola, ha posto l’accento sulla supremazia “culturale”, che crei connessioni, valorizzi le realtà esistenti e in fin dei conti promuova la persona. Il prof Gianni Alessio ha portato ad esempio il lavoro svolto con Oxana Corso, due medaglie nella corsa alle paralimpiadi di Londra 2012 e con Laura Coccia, ora entrata in parlamento, dove porterà avanti le istanze di chi fa sport tra mille difficoltà. In una scuola dove l’avviamento alla pratica sportiva parte il 5 marzo quando va bene e le sei ore di esubero previste della legge non si fanno, giocoforza l’organizzazione del lavoro è fondamentale. L’intervento di Gianluca Di Girolami (Uisp Roma), ha spostato la discussione nell’alveo della “contaminazione” tra mondi differenti come esempio di ricchezza, fornendo l’esperienza maturata nelle carceri, luoghi spesso dimenticati, ma socialmente “vivi”. Un accenno alla “tutela e alla valorizzazione” dei laureati in scienze motorie è venuta da Francesca Neroni (Università di Tor Vergata), mentre per Antonio Esposito, consulente della Scuola dello Sport, molto di quanto produrrà la SRdS, passerà “attraverso la credibilità dei formatori”. Infine non è mancato un accenno all’importanza della comunicazione, che per la prof.ssa Wilma Fontana rimane alla base di qualsiasi discorso promozionale. Prima di tutto, fai sapere chi sei. E il marchio Coni, in questo senso, resta la migliore garanzia, insieme alla professionalità di chi lo abita.